Pg Appello Roma chiede conferma ergastolo per fratelli Bianchi: “La morte di Willy indecente”
Il sostituto procuratore generale di Roma Bruno Giangiacomo e il sostituto procuratore di Velletri Francesco Brando hanno chiesto ai giudici della Corte di Appello di Roma la conferma delle condanne per i fratelli Marco e Gabriele Bianchi, Francesco Belleggia e Mario Pincarelli imputati per l’omicidio di Willy Monteiro Duarte, il 21enne di Paliano, ucciso nella notte tra il 5 e il 6 settembre 2020 a Colleferro, comune dei Castelli Romani. In primo grado la Corte di Assise di Frosinone aveva condannato all’ergastolo i fratelli Bianchi, a 23 anni Francesco Belleggia e a 21 anni Mario Pincarelli. Tutti e quattro gli imputati sono presenti in aula. I Bianchi e Pincarelli sono detenuti in carcere e siedono su una panchina attorniati dagli agenti della Polizia Penitenziaria, mentre Belleggia è ai domiciliari e in aula siede vicino al suo avvocato. Presente anche la madre della vittima, Lucia Monteiro. Il processo è stato aggiornato al prossimo 11 maggio quando la parola passerà alle difese. “La morte di Willy è un evento indecente è assurda nei motivi e nelle modalità che l’hanno determinata”. Hanno detto, nel corso della requisitoria, i sostituti. Si è trattato di “un’azione che, nel caso di specie, ha avuto una durata apprezzabile, quantificabile in circa 50 secondi, e, in questo lasso temporale, tutti gli imputati non solo non hanno mai desistito ma, anzi, hanno intensificato la condotta: lo hanno fatto agendo in quattro contro uno, proseguendo per tutto questo tempo a martoriare Willy, infierendo su un corpo che, sin dai primi secondi, già appariva totalmente remissivo”, hanno affermato in aula i magistrati. “I Bianchi hanno ricevuto condanne ormai passate in giudicato per estorsione e spaccio di sostanze stupefacenti; sono soggetti conosciuti per avere la fama di picchiatori e infatti in passato sono stati arrestati per fatti analoghi e rinviati a giudizio (sempre aggressioni di più soggetti contro uno, peraltro ai danni di soggetti extracomunitari; quindi sempre in una situazione in cui il soggetto è in una situazione di minorata difesa) – hanno aggiunto -. Sono persone che andavano a fare gli arroganti in giro. Sono persone che vivevano nel lusso senza fare nulla e che quindi vivevano di delitti. Sono persone, infine, che hanno dimostrato di non aver avuto alcuna revisione critica del loro operato, come emerge dal loro esame in occasione del quale hanno reso dichiarazioni miranti a dare la responsabilità esclusiva dell’evento a Belleggia (e, badate, non è un caso, visto che ritengono Belleggia il “traditore”) e nel corso del quale hanno addirittura mostrato un atteggiamento quasi offensivo nei confronti dei familiari della persona offesa”.