Ncc e bus turistici sul piede di guerra, pronto ricorso al Tar
“Siamo sia stupiti sia amareggiati nell’apprendere che dai primi di giugno (non vi è nemmeno un a data certa) si intende chiudere la statale Regina sul lago di Como ai bus turistici sopra gli 11 metri. Se ci avessero convocato al summit che includeva il Prefetto, anas e diversi sindaci, cioè tutti tranne i diretti interessati, avremmo potuto portare altre soluzioni in grado di migliorare la situazione come dei semplici specchi o dei semafori intelligenti in grado di evitare incroci di bus nelle direzioni contrapposte nel solo punto critico presente. Avremmo inoltre spiegato che la stagione per noi è già iniziata. Il che significa che siamo da tempo in possesso di centinaia di prenotazioni. Sono contratti che l’annunciata ordinanza ci impedisce di onorare”. Così in una nota Francesco Artusa, presidente di Sistema Trasporti, associazione per il trasporto privato di Ncc e bus turistici. “Vi sarà inoltre il senso unico che obbligherà gli autisti a tornare indietro allungando notevolmente il percorso per passare da Lecco o da Lugano. Anche qui, i clienti accetteranno i notevoli aumenti dopo aver contrattualizzato cifre inferiori? Abbiamo letto che gli hotel della zona saranno al completo e quindi si decide di togliere i bus turistici per evitare ingorghi. Peccato che molti di quegli ospiti attesi abbiano anche prenotato i nostri bus per raggiungere le destinazioni. Nelle prossime ore chiederemo un incontro urgente al Prefetto per sollecitare quantomeno un rinvio che ci conceda il tempo di organizzarci e non certo una decina di giorni. Noi siamo imprese e viviamo di programmazione, una necessità di cui le istituzioni devono iniziare a tenere conto. Le aziende sono già afflitte dai postumi della pandemia e dalla carenza di autisti e francamente non si capisce questa corsa (costiera amalfitana, dolomiti, lago di como, cinque terre) a chi bandisce i bus turistici per primo”, aggiunge. “Avevamo capito che la tendenza dovesse essere quella di scoraggiare il traffico privato mentre si agisce in modo opposto colpendo i mezzi più facili da vedere incuranti del diritto al lavoro e alla mobilità – conclude Artusa -. Abbiamo già dato mandato ai nostri legali di studiare la situazione e non appena verrà resa nota l’ordinanza in questione, valuteremo un’immediata impugnazione al Tar della Lombardia”.