Sindaco Santa Marinella, ‘su video hot barbarica caccia a streghe’
“Di consulenze sull’informatica potete chiedere ad Angeletti. Era lui che se ne occupava. Mi pare che il consigliere Roberto Angeletti ora è accusato dal pm Savelli di minaccia aggravata nei confronti del sindaco, oltre che di corruzione”. Lo afferma in una nota il sindaco di Santa Marinella (località alle porte di Roma) Pietro Tidei, dopo la diffusione di alcuni filmati che hanno ripreso due suoi incontri amorosi in Municipio. L’esponente del Pd aveva denunciato nel 2022 un presunto giro di corruzione che poteva riguardare soggetti che rivestono anche ruoli istituzioni e politici. Ma le microspie installate dagli investigatori in Municipio hanno anche ripreso il sindaco in occasione di due momenti intimi negli uffici. I legali di uno degli indagati hanno richiesto gli atti dell’inchiesta, nei quali erano contenuti i due filmati che hanno iniziato a circolare in città: su questo episodio Tidei ha sporto denuncia. “La consulenza informatica (53 mila euro) a cui allude stamane il quotidiano La Verità, non solo non esiste ma non sarebbe nemmeno stata tecnicamente possibile in un Comune in dissesto – prosegue il sindaco -. Il fatto è che oggi qualsiasi fonte può inventare qualsiasi cosa contro di me e sostenere di averla trovata nel materiale che la procura ha risequestrato dopo averlo dato per sbaglio ad Angeletti. Si tratta di 4000 ore di video e altrettante intercettazioni telefoniche, di cui in teoria sarebbero previsti la segregazione e l’arresto per chi lo pubblica in base alla legge Severino”. Per il sindaco, secondo una ricostruzione dei fatti curata dall’avvocato Lorenzo Mereu, “un indagato ha ottenuto i dati sensibili presenti nell’archivio ‘riservato’ della magistratura che non riguardano fatti utili alle indagini e ne ha diffuso il contenuto ed il materiale fornito inavvertitamente dalla procura ad Angeletti, accusato di corruzione dalla stessa procura, è fonte di ispirazione per qualsiasi fantasia letteraria, senza possibilità di concreta smentita in quanto detto materiale non è mai stato fornito alla difesa”. “E’ stato commesso un enorme errore nel consentire agli indagati di avere a disposizione atti del giudizio estranei ed irrilevanti per la loro difesa ma assolutamente necessari, dal loro punto di vista, per denigrare non solo un avversario politico ma colui che con coraggio ha denunziato le loro malefatte. Ora in una piccola cittadina come Santa Marinella questo errore ha innescato una barbarica caccia alle streghe e rischia di mettere alla gogna anche altri soggetti del tutto ignari e del tutto estranei”, conclude.