Viterbo, entra in un bar con un macete, applicata la misura del Daspo Urbano
VITERBO – La sera del 18 gennaio scorso, un 51enne residente in un comune della provincia viterbese, era entrato in un bar del centro città armato di machete creando paura e terrore negli avventori presenti all’interno, ma anche minacciando la titolare dell’esercizio pubblico per costringerla a somministrargli bevande alcooliche malgrado lo stesso versasse già in un evidente stato di ubriachezza.
Giungevano diverse richieste di intervento al numero di emergenza 112 e personale dell’Ufficio Prevenzione Generale Soccorso Pubblico della Questura di Viterbo giunto velocemente sul posto sorprendeva l’uomo con ancora l’arma indosso. Lo stesso si giustificava riferendo di averlo acquistato per regalarlo ad un amico.
L’uomo risultava essere già noto alle forze dell’ordine per i suoi trascorsi giudiziari che gli avevano comportato l’emissione a suo carico, nel 2022, della misura di prevenzione dell’Avviso Orale, anche a seguito di altre misure del rimpatrio con foglio di via obbligatorio e divieto di ritorno da altre città in cui si era reso responsabile di reati, anche attinenti le armi. Accompagnato poi in Questura è stato denunciato all’Autorità Giudiziaria per minaccia aggravata e porto di arma di genere proibito, arma che è stata sequestra.
Dopo una laboriosa e attenta istruttoria operata dalla Divisione Polizia Anticrimine della Questura, considerato che il soggetto risultava essere stato più volte segnalato per ubriachezza ai sensi dell’art.688 c.p., con ordine di allontanamento da alcuni locali pubblici, il Questore di Viterbo ha emesso a suo carico una più afflittiva misura del Daspo Urbano (D.a.c.u.r.), al fine di impedirgli di accedere ai locali pubblici o aperti al pubblico e ad esercizi pubblici, per anni due, dalla data della notifica avvenuta in data odierna.
L’uomo sarà costretto per due anni a rimanere lontano da tutti i locali pubblici e di pubblico intrattenimento ubicati nel Comune di Viterbo, nonché di stazionare nei pressi degli stessi, pena la reclusione da 1 a 3 anni e con la multa da 10.000 a 24.000 euro.