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Viterbo, perseguita e minaccia la ex con una bottiglia di acido sulla cassa del supermercato dove lavora

VITERBO – Perseguita la ex nel supermercato in cui fa la cassiera fino a farle perdere il lavoro. Imputato di stalking un quarantenne residente nell’Alta Tuscia, sottoposto a divieto di avvicinamento e presente in aula col difensore Francesco Massatani. Contro di lui ieri hanno testimoniato la titolare del negozio e le allora colleghe della vittima, parte civile con l’avvocato Luigi Gioiosi. I fatti al centro dell’udienza, che si è svolta davanti al giudice Giovanna Camillo, risalgono al mese di ottobre del 2022.

Una bottiglia di acido è la protagonista dell’episodio più inquietante. “Un giorno lui è entrato e si è presentato alla cassa con una bottiglia di acido da pagare, che lei non voleva comprasse, per cui l’ha afferrata e l’ha nascosta dietro il banco, dove lui ha cercato di introdursi per riprenderla e siccome lei gli diceva di andarsene le ha dato un ceffone in faccia”, ha raccontato la titolare, sottolineando come le condotte dell’imputato siano diventate di “interesse pubblico” al momento in cui c’è stato il coinvolgimento dei dipendenti dell’esercizio commerciale.

C’è poi la vicenda del foglietto lasciato per terra. All’uscita, dove il quarantenne si sarebbe appostato tra i camper parcheggiati nel piazzale. “Un dipendente che era uscito al cambio turno è rientrato spaventato, per avvisare che lui stava nascosto fuori tra i caravan per cui l’abbiamo trattenuta, dicendole di aspettare che se ne andasse. A un certo punto è passato davanti all’ingresso, posando per terra un foglietto, che ho raccolto con i guanti e messo in una busta di cellophane, quindi portato dai carabinieri. Non ricordo le parole, ma il senso era ‘ti sto osservando’”, ha spiegato la titolare.

“Mia madre deve fare da babysitter”. L’imputato, che in comune con la parte offesa ha una figlia, non avrebbe gradito che la donna lavorasse invece di stare a casa a occuparsi della bambina. Lo avrebbe detto a una delle colleghe, scuro in volto e con la voce adirata, una volta che era passato a cercarla senza trovarla: “Se lei lavora, mia madre deve fare da babysitter a nostra figlia”.

Strattonata davanti alla collega. Un’altra sera, sempre a ottobre di due anni fa, il quarantenne sarebbe piombato al supermercato subito dopo l’orario di chiusura, mentre la ex stava fumando una sigaretta con una collega. “Hanno cominciato a discutere animatamente, lui a un certo punto l’ha strattonata per un braccio. Alla fine, siccome era a piedi, le ho dato un passaggio a casa io con la mia macchina”, ha riferito la testimone.

La rinuncia al lavoro. Il giudice ha approfondito la questione legata alla perdita del lavoro come conseguenza delle condotte dell’imputato. “È stata con noi quattro mesi – ha spiegato la titolare del supermercato – lei gestiva bene la situazione, lo invitava a stare calmo e ad andarsene, gli diceva ‘basta, vai via’ e lui se ne andava. Ma io ero preoccupata per gli altri dipendenti, non era più una cosa privata. E lei era in difficoltà di fronte al ripetersi degli episodi. Per cui ne abbiamo parlato e abbiamo convenuto che per il bene di tutti lei avrebbe rinunciato al lavoro. Mi disse che in precedenza lo aveva denunciato, poi aveva ritirato la denuncia per il bene della bambina. Era una situazione complicata”.

La difesa, preannunciando che l’imputato non si sottoporrà a interrogatorio, ha anticipato che prima della discussione rilascerà spontanee dichiarazioni.