Violenza di genere nel viterbese, una emergenza da 72 casi in 5 mesi

Da gennaio a fine maggio i carabinieri del comando provinciale di Viterbo hanno proceduto per 72 casi di maltrattamenti in famiglia; 31 quelli di stalking; 5 violenze sessuali di cui 2 in danno di minorenni; 1 caso di revenge porn; 1 tentato omicidio; 1 interruzione colposa di gravidanza; 1 caso di costrizione al matrimonio; 9 lesioni; 7 minacce. In totale 14 sono le persone tratte in arresto in flagranza di reato, 101 quelle deferite in stato di libertà; 2 allontanate d’urgenza dalla casa familiare; sono state eseguite 34 ordinanze, di cui 2 in carcere, 2 agli arresti domiciliari; 11 allontanamenti dalla casa familiare e 19 divieti di avvicinamento alle persone offese con applicazione del “braccialetto” elettronico.

Dati che rappresentano un fenomeno che non sembra volersi arrestare. Anche per questo i carabinieri intensificano l’attività formativa e informativa sulla violenza di genere e domestica in favore del personale che opera sul territorio della Tuscia.

Il primo ciclo di specifici corsi formativi si era tenuto nel corso del 2023 e aveva interessato i Comandanti di Stazione e il personale impiegato in attività investigative presso i Nuclei Operativi delle 5 Compagnie territoriali dipendenti dal Comando Provinciale, Viterbo, Civita Castellana, Montefiascone, Tuscania e Ronciglione.

Iniziato ad aprile scorso e concluso appena dopo la celebrazione del 210° anniversario dell’Istituzione della “benemerita” si è tenuto il secondo ciclo di seminari. L’obiettivo, fanno sapere dal Comando di Via del Lellis è di “implementare ulteriormente la professionalità dei militari che operano nella provincia di Viterbo e assicurare un capillare aggiornamento dei carabinieri sulle ulteriori modifiche normative recentemente introdotte dal legislatore sul Codice Rosso”.

Gli incontri sono stati tenuti da Sottufficiali specializzati del Nucleo Investigativo, Referenti della Rete Nazionale di Monitoraggio sul fenomeno della Violenza di Genere, dall’Avvocato Rosita Ponticiello, Presidente Onorario della Camera Civile di Viterbo, già coordinatrice della Commissione Pari Opportunità dell’Unione Nazionale Camere Civili e Presidente del Rotary Club di Viterbo, dalla Dr.ssa Dalila Corsini, Psicologa Clinica e Forense, Specializzata in psicologia giuridica e psicologia delle dipendenze e dalla Dr.ssa Marta Nori, Direttrice del Centro Antiviolenza “Penelope” di Viterbo, ed ha visto la partecipazione di ben 99 militari delle Stazioni, delle Sezioni Radiomobili e delle Centrali Operative provenienti da tutti i reparti dell’Arma Territoriale della Tuscia.

L’iniziativa, voluta fortemente dal Comandante provinciale Colonnello Massimo Friano, è andata a rafforzare la pronta risposta dei militari dell’Arma che operano quotidianamente a contatto con la popolazione, “sulla strada”, e che in ragione del proprio servizio di prossimità, potenzialmente possono ricevere la prima richiesta di aiuto e possono essere i primi ad entrare in contatto con una vittima di violenza di genere.

I corsi tenuti sono stati svolti anche in considerazione del grande lavoro che quotidianamente l’Arma dei Carabinieri svolge nel territorio, perseguendo circa l’80% dei reati complessivi che in materia vengono consumati nella Tuscia. Si tratta di un lavoro silenzioso e di cui non viene data notizia, al fine di tutelare la riservatezza delle vittime la cui individuazione sarebbe estremamente facile trattandosi di reati spesso consumati in piccoli centri.

Per dare l’idea della mole di lavoro svolto dalle Stazioni, coordinate dal personale specializzato del Nucleo Investigativo, nel 2023 sono state svolte indagini per 82 casi di maltrattamenti in famiglia, 45 di stalking, 17 violenze sessuali (di cui 3 nei confronti di minorenni), 5 sono stati i casi di revenge porn; a corollario di tali reati, vi sono stati 45 casi di lesioni personali, 7 di percosse, 23 le minacce. 17 autori sono stati arrestati in flagranza di reato, 2 sono stati allontanati d’urgenza dalla casa familiare.

L’Autorità Giudiziaria, alla quale è assicurato uno straordinario rapporto di collaborazione, a seguito dello svolgimento delle indagini, ha emesso 6 misure cautelari in carcere; 4 agli arresti domiciliari; 9 allontanamenti dalla casa familiare; 19 divieti di avvicinamento alle persone offese con controllo elettronico; 180 sono state le persone deferite in stato di libertà; 3 i ritiri cautelativi di armi. Nell’anno in corso, come si è visto, l’impegno è ulteriormente aumentato.