Sanità viterbese; oltre 340mln di euro agli ospedali anche il Belcolle cambierà volto

VITERBO – Il commissario straordinario della Asl Egisto Bianconi e il consigliere regionale Daniele Sabatini presentano il piano degli investimenti 2024-2026: lavori, nuove tecnologie e potenziamento del personale

Per la Asl di Viterbo un piano di investimenti da oltre 341 milioni di euro tra lavori, nuove tecnologie e potenziamento del personale. Finalizzato alla riqualificazione, all’ammodernamento e al potenziamento dell’intera azienda sanitaria, sotto il profilo strutturale, tecnologico e del personale, il nuovo piano di investimenti per il triennio 2024-2026 è stato presentato questa mattina alla Cittadella della salute. Prevede la messa a terra di oltre 341 milioni di euro di investimenti, con interventi già conclusi per oltre 30milioni di euro. Oltre 305 milioni di euro per i lavori, 24,5 per le nuove tecnologie e 11 per l’Information and communication technology. Fondi a cui va aggiunto il piano di consolidamento in termini di risorse umane, da portare a termine entro il 2025, che la Asl sta già realizzando a seguito delle 707 assunzioni autorizzate dalle Regione Lazio, di cui circa 248 sono le unità di personale medico e 459 le unità di personale tecnico e del comparto.

All’incontro hanno partecipato il commissario straordinario della Asl Egisto Bianconi e il consigliere regionale Daniele Sabatini. “Quello che presentiamo oggi – spiega Bianconi – è un vero e proprio resetting delle strutture ospedaliere della Tuscia, che va di pari passo con gli investimenti in corso che riguardano il territorio e la creazione delle case e degli ospedali di comunità, finanziati con fondi Pnrr, Nex generation Eu. Uno sforzo considerevole che si pone l’obiettivo ambizioso di riorganizzare complessivamente l’assistenza sanitaria, per rispondere a una moltitudine di bisogni di salute, molti nuovi o in evoluzione, diversificando l’offerta attraverso la creazione di una rete di strutture dislocate sul territorio, ognuna pensata per rispondere a specifiche esigenze in un sistema tarato sulla valutazione delle differenti complessità clinico assistenziali e sulla garanzia della sicurezza delle cure e della prossimità dei servizi. Abbiamo, dunque, ripensato l’architettura e l’ingegneria, in particolare degli ospedali della Tuscia, secondo un modello organizzativo orientato alla gestione per processi che rispondano ai diversi livelli di necessità assistenziale, con azioni e scelte che andranno a influire direttamente sulla qualità della cura al paziente e sull’operatività delle équipe mediche e infermieristiche. L’ambito strutturale, infatti, ha un’influenza determinante sulla funzione, in particolare quella ospedaliera, in quanto condiziona significativamente i processi clinico assistenziali e, di conseguenza, l’impiego delle risorse sanitarie e la loro efficienza operativa. Inoltre, ottimizzare il layout degli ambienti ospedalieri significa anche aumentare l’attrattività della struttura, sia per gli operatori che per gli utenti, ed eliminare i fattori di stress ambientali che possono influenzare negativamente la guarigione”.

La scelta di favorire soluzioni volte alla sostenibilità ambientale nelle strutture sanitarie fa riferimento non solo a criteri economici, ma anche a obiettivi di più ampia valenza etica. “Se la missione dell’ospedale è quella di curare non può arrecare danno alla salute a causa della sua azione inquinante”, afferma Bianconi. Tutta la rete ospedaliera, dunque, a partire dall’ospedale di Belcolle, risponderà a criteri di efficienza e sarà dotata di sistemi di accoglienza e orientamento, riconoscibili e sostenibili, per garantire ai cittadini assistiti una efficace gestione degli accessi. Presupposto irrinunciabile per una organizzazione vitale, efficiente e sicura dei servizi. “Per il personale medico e delle professioni sanitarie – aggiunge Bianconi – guidare e orientare i visitatori e i pazienti può diventare un compito dispendioso in termini di tempo, che, inevitabilmente, viene sottratto all’assistenza”.

Ogni ospedale del Viterbese sarà dotato di un unico ingresso principale da cui si potrà accedere alle diverse aree: diagnostica, degenze e ambulatoriali (queste ultime sempre collocate ai primi piani delle strutture, al fine di limitare gli accessi nelle altre zone). Negli ambulatori saranno disponibili totem multifunzione che consentiranno il disbrigo di alcune prassi amministrative e di sistemi elettronici a chiamata, organizzati nel rispetto della privacy. E ancora: le unità di degenza saranno accorpate in aree omogenee definite per linee di attività, di natura chirurgica o di natura medica; le aree chirurgiche saranno collocate contiguamente alle sale operatorie per ridurre le distanze e facilitare i percorsi; le aree dell’emergenza saranno calibrate sulla base degli accessi e con percorsi dedicati per evitare che si sovrappongano i flussi di transito. Anche i blocchi della diagnostica verranno centralizzati al fine di facilitare l’accesso da parte di tutte le unità di degenza, oltre che degli utenti esterni.