Domani alle Antiche terme torna Ferento con “Alcesti di Euripide”

La rassegna Tramonti torna nell’area antiche terme, nell’ambito del Ferento Teatro Festival. Lunedì 5 agosto alle 19,30 sarà la volta di “A.d.e. Alcesti di Euripide” della Compagnia Liberaimago, testo e regia di Fabio Pisano, con Francesca Borriero, Roberto Ingenito e Raffaele Ausiello e con musiche dal vivo eseguite da Francesco Santagata. Lo spettacolo sarà preceduto alle 18,30 dalla visita all’area archeologica di Ferento a cura dell’associazione Archeotuscia.

Molte sono le forme delle cose divine, molte cose inaspettate compiono gli dei; le cose attese non si compiono, mentre per quelle inaspettate, la divinità trova un passaggio.

“L’indefinitezza” di genere di appartenenza dell’Alcesti è una risorsa, una grande risorsa, perché consente di muoversi con una certa libertà all’interno del capolavoro di Euripide – si legge nella nota di regia di Fabio Pisano – sempre però mantenendo una coerenza rispetto a quelli che sono i cardini attorno a cui ruota il testo, i punti chiave, i punti luce e i punti di buio della “fabula”.

Per quanto riguarda la trama dell’opera di Euripide messa in scena a Ferento, nel prologo Apollo, narra di essere stato condannato da Zeus a servire come schiavo nella casa di Admeto, re di Fere, in Tessaglia, per espiare la colpa di aver ucciso i Ciclopi come vendetta consequenziale all’uccisione del figlio Aclepio, per mano di Zeus stesso. Grazie alla sua benevola accoglienza, Apollo nutriva per Admeto un grande rispetto, tanto da esser riuscito a ottenere dalle Moire che l’amico potesse sfuggire alla morte, a condizione che qualcuno si sacrificasse per lui. Nessuno, tuttavia, era disposto a farlo, né gli amici, né gli anziani genitori: solo l’amata sposa Alcesti si era detta pronta. Quando sulla scena arriva Thanatos, la Morte, Apollo tenta inutilmente di evitare la morte della donna e si allontana, lasciando la casa immersa in un silenzio angoscioso. Con l’ingresso del coro dei cittadini di Fere si apre la tragedia vera e propria. Mentre i coreuti piangono per la sorte della regina, una serva esce dal palazzo e annuncia che Alcesti è ormai pronta a morire, anche se vinta dalla commozione per la sorte della sua famiglia. Grazie all’aiuto di Admeto e dei figli, appare direttamente sulla scena per pronunciare le sue ultime parole: saluta la luce del sole, compiange se stessa, accusa i suoceri, che egoisticamente non hanno voluto sacrificarsi, e consola il marito. 

“Dal punto di vista personale – dice nella nota il regista Fabio Pisano – l’Alcesti è una passione che viene da molto lontano; dalle prime letture delle tragedie greche, e dal fascino infinito che una donna, un personaggio tanto alto e nobile esercita, nel momento stesso in cui sceglie il sacrificio per Admeto. Ed è proprio il concetto di sacrificio, caro a tante culture e tante religioni, che viene approfondito, in fase di studio scenico – precisa Pisano -. Il dramma non può vivere senza scena, la scena ha intrinseca dentro sé, il dramma. Così ho pensato di sconvolgere il testo di Euripide, per provocarlo, asciugando ai raggi del tempo i rapporti epici tra i protagonisti, portando all’interno della perversa scatola del dramma borghese ciò che resta di un giorno di lutto. La riscrittura, che determina una lingua nuova la cui cornice è un coro antico, non appartiene e forse troppo appartiene ai pensieri di un marito, una moglie, un padre, un amico, rendendo tutto un tiepido A.D.E.”.

Ferento Teatro Festival è organizzato, come avviene da oltre venti anni, da Consorzio Teatro Tuscia, con la direzione artistica di Patrizia Natale, con il contributo del Ministero della Cultura, che dal 2022 lo ha riconosciuto Festival a livello nazionale, del Comune di Viterbo, della Regione Lazio, della Fondazione Carivit di Ance Viterbo.