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Capitale europea della Cultura 2033, Viterbo in affanno rispetto alle altre candidate. Il bando dal 2027

VITERBO – Entra nel vivo la corsa per l’assegnazione dell’edizione 2033 della Capitale europea della cultura. Sono tante le città che ambiscono a ospitare la prestigiosa manifestazione che consente, per un anno solare, di mostrare all’intero continente la vita dei cittadini e lo sviluppo culturale della città selezionata. Un volano per il turismo, e dunque l’economia, che in pochi vogliono lasciarsi scappare. L’Unione europea ha designato l’Italia, assieme ai Paesi Bassi, per organizzare la kermesse nel 2033. E tra le città in corsa c’è anche Viterbo. La concorrenza, tuttavia, si è fatta piuttosto agguerrita nelle ultime settimane.

La candidatura a Capitale europea della cultura è uno degli elementi su cui il sindaco Chiara Frontini sta spingendo con forza. L’obiettivo è quello di riuscire a replicare a Viterbo quanto fatto da Matera. La prima cittadina ha avuto una serie di incontri con la fondazione della città dei sassi che dal 2019, grazie all’enorme promozione derivata dall’evento, si è rilanciata nel panorama turistico internazionale. La giunta Frontini, non a caso, ha impegnato in bilancio la bellezza di 170mila euro più un milione di euro per un bando dedicato alla comunicazione. Il punto è che il tempo stringe e, come detto, le avversarie della città dei Papi si stanno già muovendo da diversi mesi.

I sindaci di Pesaro e Torino incontrano a Bruxelles i coordinatori del progetto “Capitale europea della cultura”. Viterbo per ora è ai margini, e il bando è nel 2027. Il bando ufficiale per la candidatura, infatti, sarà aperto nel 2027. A che punto è Viterbo? Il capoluogo sembra indietro rispetto a Pesaro, Urbino e Torino in modo abbastanza evidente. Vero, mancano ancora tre anni al bando, ma nel 2027 bisognerà presentare già tutti i progetti, che dovranno rispettare rigidi requisiti dal punto di vista tecnico ed economico. Pesaro e Urbino, ad esempio, sembrano essere decisamente avanti.