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Chiudono i negozi al dettaglio, ma B&B e case vacanze triplicano la loro presenza nel Lazio

VITERBO – Uno studio di Confcommercio in collaborazione con il centro studi Guglielmo Tagliacarne lancia l’allarme: dal 2012 hanno chiuso i battenti 180 attività di commercio al dettaglio nel Lazio, desertificando il centro, mentre aumentano la presenza alberghi e case vacanze. A pesare il commercio online, specialmente tramite la piattaforma Amazon. È quanto emerge dallo studio “Demografia d’impresa nelle città italiane” realizzata dall’ufficio studi di Confcommercio in collaborazione con il centro studi Guglielmo Tagliacarne.

In generale, tra il 2012 e il 2024, in Italia, sono spariti quasi 118mila negozi al dettaglio e 23mila attività di commercio ambulante mentre le attività di alloggio e ristorazione hanno fatto registrare +18mila 500. Lo studio della Confcommercio ha preso in considerazione comuni di medie dimensioni, capoluoghi di provincia e comuni non capoluogo più popolosi, distinguendo le aree del centro storico da quelle periferiche. Per il Lazio, le città monitorate sono state Civitavecchia, Fiumicino, Velletri, Frascati, Frosinone, Latina, Rieti e Viterbo.

Anche i capoluoghi di provincia hanno dovuto confrontarsi con le chiusure delle attività di vicinato. A Frosinone si è perso il 9% delle aziende in 12 anni, passando da 758 a 638 unità. A fare da contraltare, un leggero incremento di alberghi, bar e ristoranti. A Latina hanno chiuso il 15,8% delle attività, passando da 758 a 638 (-120). Resistono, invece, bar e ristoranti il cui numero complessivo, in pratica, è rimasto invariato sia nel centro che nelle zone periferiche.

Pessimi i dati di Viterbo dove ha chiuso il 18,7% delle attività, passando da 962 nel 2012 a 782 del 2024, con una perdita netta di 180 negozi ed esercii commerciali. Quasi triplicate, invece, le case vacanze e i b&b: nel 2012 erano 17 mentre nel 2024 sono diventati 49.

La desertificazione morde anche Rieti che, tra i capoluoghi, è quella che ha pagato il prezzo maggiore. Nel 2024 le attività di commercio al dettaglio erano 415 contro i 561 del 2012: un -26% che in pratica, certifica il fatto che un’attività su quattro ha chiuso i battenti. Non solo, questi dati negativi non sono stati compensati neanche dal settore della ricettività e della ristorazione con gli investitori che continuano a scappare: nel 2024 ci sono 199 tra alberghi, bar e ristoranti contro i 255 del 2024.