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Coppia di imprenditori strozzata dagli usurai: “Costretti a dare 500 euro al giorno”

VITERBO – La ricostruzione in tribunale di uno dei carabinieri che ha svolto le indagini dopo la denuncia dei titolari di ristorante e pescheria. Coppia di imprenditori finita nella rete di una banda di usurai: “Costretti a dare 500 euro al giorno e 2mila 500 ogni due settimane agli strozzini”. Audizione, davanti al collegio dei giudici del tribunale di Viterbo, del luogotenente dei carabinieri che ieri, lunedì 19 maggio, ha ricostruito in aula i dettagli dell’indagine scattata nell’ottobre del 2020, in pieno lockdown da Covid-19.

Al centro dell’inchiesta la drammatica situazione di una coppia di imprenditori, titolari di ristorante e pescheria. Per far fronte alle difficoltà economiche hanno messo in atto il cosiddetto “giro del pesce”: una vendita sottocosto del prodotto, con pagamenti rinviati ai fornitori, nel tentativo disperato di ottenere liquidità immediata. Una strategia che li avrebbe solo indebitati ulteriormente. Secondo quanto emerso in aula, l’imprenditore, “già afflitto da ludopatia dal 1996 e reduce da un percorso di riabilitazione”, sarebbe stato costretto a rivolgersi agli usurai per “saldare vecchi debiti di gioco. A questi si sono poi sommati quelli delle attività a causa del giro del pesce e dell’affitto dei locali e dell’abitazione privata”. Il luogotenente dei carabinieri ha sottolineato come un prestito da 45mila euro avrebbe avuto un interesse tra gli 11 e i 15mila euro, mentre per un altro da 89mila euro sarebbero stati consegnati “solo” 53.500 euro, non come acconto ma come interessi.

Due i filoni del processo. Quello principale ha già visto uscire di scena un quinto imputato, che ha patteggiato una pena di un anno e otto mesi. Il secondo procedimento, parallelo, invece coinvolge altre tre persone, accusate a vario titolo di concorso in tentata estorsione ed estorsione aggravata.

A spingere la coppia a denunciare è stata l’aggressione subita dall’uomo davanti al suo locale il 7 ottobre 2020. Da lì scattarono le indagini dei carabinieri. La donna ha consegnato agli investigatori un’agenda dove erano annotati, con precisione, tutti i versamenti effettuati tra settembre e ottobre di quell’anno. “In un foglietto – spiega il militare – è stata trovata una lista di soldi da dare di 234mila euro. In un altro, invece, era stata stabilita la consegna di 500 euro al giorno e di 2mila 500 ogni due settimane”. Il lavoro dei carabinieri è proseguito fino al 30 dicembre anche con l’ausilio di intercettazioni, acquisizione di documenti, servizi di osservazione e analisi della chat.