Sempre meno famiglie possono concedersi una vacanza. I dati elaborati dalla fondazione Openpolis per Viterbo
VITERBO – Luglio e agosto sono i mesi dedicati alle ferie e alle vacanze, ma non per tutti. Ogni anno, in Italia, molte famiglie si trovano a dover fare a meno delle attese vacanze estive. La difficoltà di permettersi una settimana di ferie lontano da casa riguarda anche tante famiglie con figli che, nonostante il desiderio di offrire ai propri bambini un’esperienza di svago e crescita, si trovano ad affrontare limitazioni economiche. Rinunce di questo tipo non riguardano solo il tempo libero delle persone. Per molti bambini e ragazzi significa rinunciare a esperienze importanti, anche formative. In altri termini, un divario nella condizione sociale ed economica che comporta anche un gap nelle opportunità educative. Il classico meccanismo con cui opera la povertà educativa.
La fondazione Openpolis ha approfondito questa problematica e quanto possano incidere questo tipo di disuguaglianze sui bambini e i ragazzi. Nel 2024 circa il 28% delle famiglie con un figlio minore non ha potuto permettersi di fare una settimana di vacanze lontano da casa. La percentuale aumenta al crescere del numero di figli. Infatti, il 30% delle famiglie con due figli minori e il 44,4% di quelle con tre o più figli ha dichiarato di non potersi permettere una settimana di ferie all’anno.
Non mancano i dati della provincia di Viterbo, tenendo conto del fatto che l’analisi di Openpolis tutti quei Comuni che hanno più di 5mila abitanti. Se il discorso viene limitato alla Tuscia, dunque, si scopre che è Orte la città con la percentuale più alta di famiglie monoreddito con bambini di età inferiore ai 6 anni: in questo caso sono stati sfiorati i 22 punti percentuali (21,7% per la precisione) sul totale dei nuclei. Non proprio rosea è anche la situazione di Montefiascone che è al secondo posto nel Viterbese con il 20,4%, mentre il gradino più basso del podio di questa poco invidiabile classifica è occupato da Caprarola che comunque è poco sotto i 20 punti percentuali (19,8%). Viterbo invece si è attestata sul 17,7%.
Le 10 città capoluogo con la minore incidenza di famiglie in questa situazione, nello stesso anno, erano Cagliari (10,86%), Carbonia (11,56%), Savona (12,41%), Trieste (12,42%), Genova (12,67%), Biella (13,01%), Pisa (13,26%), Venezia (13,27%), Oristano (13,32%) e Gorizia (13,52%). In generale, si nota come sia soprattutto nelle città del mezzogiorno – in particolare nel sud continentale e in Sicilia – che il fenomeno incide di più. Sono 24 i capoluoghi dove oltre il 20% dei nuclei monoreddito hanno figli a carico. Di questi, 18 si trovano nell’Italia meridionale. Fanno eccezione le già citate Prato e Latina, nel centro Italia, e le emiliano-romagnole Forlì, Reggio Emilia, Rimini e Modena.



