Gradoli, si fingeva carabiniere per spacciare banconote false da 100 euro al bar e in macelleria
GRADOLI – Si fingeva carabiniere per spacciare banconote false ai danni di negozi, nello specifico bar e macellerie. I fatti risalgono al 2019, l’uomo è finito sotto processo. Per agganciare le vittime, titolari di un bar e di una macelleria di Gradoli, le avrebbe salutate calorosamente, chiedendo di comprare cornetti e salsicce. “Non si ricorda di me? Venivo sempre quando ero di servizio qui, ora sono tornato alla vostra caserma”, avrebbe detto a entrambe, mostrando grande confidenza.
Durante l’udienza entrambe le commercianti hanno dato la stessa spiegazione al giudice davanti al quale è a processo un trentenne della provincia di Catania con precedenti specifici. “Non me lo ricordavo quel carabiniere. Ma di fronte a uno che ti dice con sicurezza di essere un carabiniere, anche se in abiti civili, ci ho creduto. Poteva essere che fosse stato a Gradoli in precedenza e che non me lo ricordavo”, hanno riferito.
L’imputato avrebbe detto loro di avere solo banconote da 100 euro, “perché ho appena preso lo stipendio”, chiedendo alle commercianti e anche a una cliente se potevano cambiargliele in pezzi da 50 euro. Dopo di che si è dato alla fuga su una Alfa Giulia blu guidata dal fratello, di cui la macellaia è riuscita ad annotare i primi numeri della targa. Lei è stata la prima a rendersi conto di essere stata truffata, non appena uscito. E si è lanciata all’inseguimento.
I primi numeri della targa sono bastati ai carabinieri, quelli veri della stazione di Gradoli, per arrivare, grazie alle telecamere della videosorveglianza pubblica, a rintracciare la vettura coi suoi occupanti e risalire all’identità del finto carabiniere spacciatore di soldi falsi.
Il trentenne era stato già arrestato con alcuni familiari, pochi mesi prima, in seguito a un’indagine della guardia di finanza di Catania su una presunta banda di falsari di banconote da 100 euro.
Le intercettazioni avevano permesso di documentare la diffusione di banconote false da 100 euro nel circuito nazionale. Un’attività illecita che avrebbe garantito lauti guadagni ai quattro indagati che avrebbero spacciato i soldi falsi in diverse province siciliane e del meridione.
Identico il modus operandi. Piccoli commercianti sarebbero stati tratti in inganno dai falsari che si sarebbero spacciati da esponenti delle forze dell’ordine. L’inchiesta era partita proprio dalla denuncia di un commerciante che aveva ricevuto banconote false per il pagamento della merce acquistata da uno degli arrestati che si sarebbe finto finanziere.



