Agricoltori sul piede di guerra. Abbruzzese, ‘servono risposte concrete dalle istituzioni’
“Nei giorni scorsi abbiamo visto i trattori sfilare, gli agricoltori protestare. Voci che fin troppo spesso restano inascoltate e che, oggi più che mai, con un’economia in crisi e con un settore industriale tutto da ripensare, rappresentano tante storie e tante aziende virtuose. Esempio di eccellenza locale da valorizzare e tutelare”, così Mario Abbruzzese sulle proteste degli agricoltori che in questi giorni stanno invadendo strade e centri.
“I focolai accesi dalla collera degli agricoltori si moltiplicano. I blocchi nelle strade sono ormai decine. E la mobilitazione diventa un assedio non più soltanto in Francia ma all’Europa intera. Un grido unico di protesta per chiedere “un cambio nelle politiche europee”.
E al quale l’Ue – bersaglio di accuse incrociate al suo Green Deal, ai nuovi requisiti della Pac e all’accordo con il Mercosur – è pronta a rispondere con nuove misure che saranno presentate giovedì, quando il dossier planerà anche sul tavolo del vertice straordinario dei leader Ue”.
“A suscitare la rabbia degli agricoltori sono anche i nuovi requisiti della Politica agricola comune, quella Pac riformata nel 2021 che ora impone agli agricoltori di mantenere il 4% delle superfici a riposo per avere accesso ai fondi”, spiega ancora Abbruzzese.
“In pratica gli agricoltori hanno sollevato critiche specifiche, tra cui l’eliminazione dell’obbligo a non coltivare il 4% dei terreni, la necessità di riprogrammare il Green Deal e di impedire l’importazione di prodotti agricoli da paesi con regolamenti divergenti oltre che l’abolizione di altri vincoli e incentivi a diminuire la coltivazione. La loro voce si è levata contro politiche percepite come dannose per la vitalità del settore agricolo”, dice.
“Ora tocca alla politica a tutti i livelli, da quella locale, a quella provinciale e regionale, appellarsi al Governo. Farsi portavoce, a vario titolo, delle esigenze di una categoria intera che chiede risposte, interventi e attenzioni. E’ necessario un confronto e l’ascolto dei rappresentanti e dei sindacati del settore. Il problema non riguarda solo poche persone, ma migliaia, famiglie, aziende, anche giovani e giovanissimi che hanno deciso di investire tempo e risorse nel settore agricolo. In Italia e in tutta Europa. A tutte queste persone vanno date risposte adeguate alle esigenze, che possano collimare con quello che sono i ritmi produttivi e non solo”, dichiara Abbruzzese.