Rapina turisti tedeschi a Viterbo, cuoco e studente ai domiciliari

Un cuoco romano di trent’anni, residente a Viterbo, e un diciottenne viterbese di origini ucraine, studente di una scuola paritaria, sono finiti agli arresti domiciliari con il braccialetto elettronico con l’accusa di aver rapinato due turisti tedeschi a Vitorchiano, nel Viterbese. Ad arrestarli sono stati i carabinieri della compagnia di Viterbo. Il provvedimento del gip, richiesto dalla Procura, ha accolto le risultanze delle indagini condotte dai militari: i due arrestati, affiancati da altri due giovani deferiti in stato di libertà per concorso nel reato, dopo aver accettato di fornire alle vittime un passaggio in auto da Porta Fiorentina (Viterbo) a Vitorchiano, pattuendo un compenso di 20 euro, si sarebbero fermati in una stazione di servizio nei pressi di piazza Umberto I, nel borgo della Tuscia, e le avrebbero violentemente aggredite con pugni e schiaffi, derubandole di 200 euro, prima di darsi alla fuga. Giunto sul posto, il personale sanitario ha prestato le prime cure ai due ragazzi, accompagnandone uno in ambulanza al pronto soccorso dell’ospedale “Belcolle” per le lesioni riportate. I quattro presunti autori della rapina sono stati individuati dei carabinieri nello stesso giorno: i riscontri alle indagini sono arrivati dalla visione delle telecamere di videosorveglianza privata e comunale e dalle successive perquisizioni, che hanno permesso agli investigatori di ritrovare vestiti corrispondenti a quelli utilizzati dei rapinatori. I carabinieri hanno poi passato al setaccio i cellulari degli indagati, dai quali sarebbero anche emerse compiaciute ammissioni dell’accaduto. Questa mattina i militari hanno rintracciato i due destinatari della misura cautelare a Viterbo e a Marta (VT), arrestandoli e traducendoli alle rispettive abitazioni. “C’è soddisfazione per aver assicurato alla giustizia i responsabili di un assurdo gesto di violenza volto a sottrarre un’esigua somma di denaro ai malcapitati – ha commentato il colonnello Massimo Friano, comandante provinciale dei carabinieri – L’episodio aveva destato particolare riprovazione proprio perché andava a colpire una famiglia che stava valutando di mettere nella Tuscia più stabili radici”.