Bracciante morto durante il lavoro nei campi, la Procura dispone indagini sulle condizioni di lavoro. Proteste dei sindacati

MONTALTO DI CASTRO – Indagini serrate dei carabinieri per la morte del bracciante agricolo che si è sentito male mentre era al lavoro in un campo a Montalto di Castro. La procura di Civitavecchia, che ha affidato gli accertamenti ai carabinieri, ha disposto l’autopsia che verrà eseguita nelle prossime ore. Gli esami diranno se Nasser Al Masoudi, 50enne di origini tunisine, sia stato stroncato da un malore dipeso dal caldo di questi giorni o meno.

La tragedia, si ricorderà, era avvenuta nel pomeriggio di giovedì, 20 luglio, nelle campagne sull’Aurelia. Il bracciante ha accusato un malore mentre stava raccogliendo cocomeri sotto al sole. I primi a soccorrerlo sono stati i suoi colleghi. Poi il trasferimento d’urgenza all’ospedale di Tarquinia dove, nonostante sia stato fatto di tutto per salvargli la vita, il 50enne è morto poche ore dopo il ricovero.

I carabinieri hanno già eseguito un primo sopralluogo nel campo. Poi proseguiranno con l’ascolto dei colleghi di Nasser Al Masoudi e andando alla ricerca di documentazioni utili alle indagini. Al centro dell’inchiesta, infatti, ci sono anche le condizioni di lavoro del bracciante, su cui gli inquirenti vogliono fare assoluta chiarezza. Intanto si acuiscono le polemiche. In molti si sono espressi per l’adozione interventi a tutela della salute di tutti quei lavoratori esposti a rischi del caldo intenso. . “È il quinto lavoratore nel nostro Paese il cui decesso viene collegato al caldo intenso di queste settimane, che ha superato le medie stagionali – tuona la Cgil -, in attesa che le indagini facciano chiarezza su alcuni aspetti della tragedia, tra cui la sua effettiva condizione lavorativa, sollecitiamo nuovamente la Regione Lazio a dare seguito alla richiesta unitaria delle organizzazioni sindacali, inviata due settimane fa, di adottare tutte le misure previste per tutelare la salute e la sicurezza delle lavoratrici e dei lavoratori durante i picchi di calore, fino alla sospensione delle attività nelle ore più calde”.

Appello anche da Mattia, membro della Commissione lavoro alla Pisana. “La Regione, in quanto competente in salute e sicurezza, fermi i lavori pesanti nelle ore più calde. Dall’agricoltura ai cantieri stradali, è urgente tutelare i lavoratori più a rischio. Ed è possibile farlo preventivamente con un’adeguata pianificazione visti i bollettini meteo che di continuo riempiono i notiziari. È stata definita dai sindacati ‘una morte annunciata’, viste le precedenti e continue richieste rivolte alla Regione e alle istituzioni di intervenire con adeguate misure di prevenzione per tutelare i lavoratori più a rischio dall’impatto dell’emergenza caldo. Purtroppo non sono sufficienti le campagne social per evitare morti e infortuni sul lavoro ma servono maggiori regole e tutele”.

Foto di repertorio