Sgominata rete dello spaccio a tra Vitorchiano e Soriano, eseguite 6 misure cautelari

Sei misure cautelari disposte dal gip del tribunale di Viterbo, sono state eseguite questa mattina dai carabinieri che hanno così sgominato una rete di spaccio tra Vitorchiano e Soriano nel Cimino.

L’ordinanza applicativa della misura cautelare personale (1 in carcere, 2 agli arresti domiciliari e 3 sottoposti all’obbligo di presentazione alla p.g.,) nasce dal pedinamento fatto dai carabinieri ad un giovane di un giovane tossicodipendente in cerca di droga riuscendo a risalire la catena dello spaccio. La Procura ed i Carabinieri del Nucleo Investigativo, infatti, hanno in breve tempo scoperto un primo livello di spaccio che garantiva sia la vendita al dettaglio che il rifornimento all’ingrosso per altri pusher della provincia. Questo primo livello era costituito da una coppia, un’italiana ed un cittadino marocchino residenti nel comune di Vitorchiano, che, a quanto finora risulta, mantenevano attivo un fiorente mercato fatto di spaccio al dettaglio.

Il prolifico commercio messo in atto dalla coppia, però, era talmente efficiente da non poter essere frutto della sola improvvisazione di una coppia di coniugi. Si è arrivati così al livello superiore che, a sua volta, garantiva i rifornimenti dello stupefacente, svelato dopo solo poche settimane dall’inizio dell’indagine, grazie alla scoperta di una seconda base logistica. Un’intera famiglia di origine marocchina aveva costituito la propria base operativa all’interno di un’abitazione sita nelle campagne del comune di Soriano nel Cimino (Vt), adibendola a vero e proprio fortino della droga. Da qui, tutti i componenti della famiglia, anche alla presenza figli minori, tutti in tenera età, a quanto finora risulta spacciavano a ogni ora del giorno e della notte sia, soprattutto, davanti ed all’interno dell’abitazione, ma anche con consegne a domicilio agli acquirenti. Nei giorni di maggiore affluenza, addirittura, la via di accesso all’abitazione assumeva le sembianze di un vero e proprio “drive-in della droga”, in cui le auto degli acquirenti si incolonnavano lungo la via d’accesso in attesa del proprio turno.

L’esperienza nel settore dello spaccio da parte del secondo livello di questa rete è emerso anche dalle modalità adottate nell’approvvigionamento e nella conservazione dello stupefacente. Le serrate indagini, infatti, hanno consentito di rintracciare un ulteriore gradino organizzativo che garantiva la fornitura dei carichi di droga da destinare allo spaccio al dettaglio ed al rifornimento degli spacciatori ai vari livelli, a cominciare dalla coppia vitorchianese.

Un canale di approvvigionamento proveniente dalla provincia di Brescia, infatti, assicurava rifornimenti periodici organizzati accuratamente sfruttando veicoli appositamente predisposti con vani ricavati artigianalmente. La droga trasportata veniva poi rapidamente sezionata in porzioni più piccole, che ne consentivano un migliore occultamento, e nascosta nelle campagne circostanti così da scongiurare il rinvenimento all’interno dell’abitazione nell’ipotesi di un controllo delle Forze dell’Ordine. Oltre alla droga, i terreni limitrofi fungevano da nascondiglio anche per gli ingenti capitali in denaro contante che il traffico di droga fruttava e che gli spacciatori, dopo un accurato confezionamento, con un vero e proprio metodo da narcos sudamericani, nascondevano sotto terra.

Diversi sono stati i riscontri effettuati nel corso dei mesi d’indagine da parte dei militari che hanno portato all’arresto in flagranza ed al fermo di indiziato di delitto di quattro persone, al deferimento in stato di libertà di diversi soggetti ed al sequestro di circa 800 grammi di cocaina. Allo stesso modo, il volume d’affari è testimoniato anche dal sequestro di un’ingente somma di denaro pari a 60 mila euro circa, provento dell’attività di spaccio, che uno dei compartecipi dell’attività illecita, vistosi scoperto, stava per portare all’estero. L’esecuzione delle misure cautelari ha toccato tutto il territorio della Tuscia e la provincia di Brescia ove, come detto, era stato individuato il canale d’approvvigionamento del narcotico.