Viterbo con strade e ferrovie disastrate guarda al cielo e spera nell’aeroporto
Una provincia che sogna di volare quella di Viterbo, ma che a malapena riesce a stare con i piedi per terra. Strade pericolose o malconce come la superstrada Viterbo-Orte-Terni, e una linea ferroviaria antidiluviana, sporca, lenta e malridotta come la Roma Flaminio-Viterbo.
La superstrada “bucata” che collega il capoluogo della Tuscia a Orte, al casello dell’A1 e all’Umbria costringe gli automobilisti a viaggiare sulla corsia di sorpasso per salvaguardare semiasse o cerchioni dai buchi o asperità della prima corsia. E’ così per decine di chilometri tra Viterbo e Orte.
Sulla line ferroviaria abbiamo già detto.
Se le cose non vanno bene in “terra”, si spera che vadano meglio in “cielo”. E’ stato presentato oggi, infatti, presso lo scalo aeroportuale di Viterbo il progetto del nuovo modello di Regional Airport.
Un milione di euro di investimento per fare dell’aeroporto militare Fabbri, in parte anche aeroporto civile per voli regionali. Una presentazione in grande stile a cui non è mancato il Presidente Enac Pierluigi Di Palma e il Viceministro Infrastrutture Trasporti Galeazzo Bignami, il Presidente VIII Commissione Ambiente, Territorio e Lavori Pubblici della Camera dei Deputati, Mauro Rotelli.
“Il futuro del comparto va verso nuovi scenari – ha detto il Presidente Di Palma – basati su innovazione tecnologica, riconciliazione tra trasporto aereo e ambiente, sostenibilità e intermodalità. L’obiettivo è creare un network di aviazione generale per connettere le città con l’intermodalità aria–aria”.
Marco Trombetti, Direttore Standardizzazione Attività Infrastrutturali, Territoriali e Operatività Enac nel presentare il progetto ha detto che la realizzazione di Regional Airport “è volta a favorire lo sviluppo di scali di aviazione generale, legando queste strutture al territorio di appartenenza e creando un sistema di servizi sostenibile, multi-dominio e multimodale in grado di soddisfare i bisogni dei territori, migliorare la loro accessibilità sfruttando la dimensione aerea”.
Ma i collegamenti all’aeroporto? Magari ci si penserà dopo.
Rupert Recchia