L’inutile (e pericoloso) treno Roma-Viterbo fischia e sferraglia sempre più solo

La campana che suona, il treno che fischia, un passaggio a livello incustodito, il rischio che un automobilista distratto possa attraversare i binari proprio con in sopraggiungere del convoglio. Succede anche questo sulla linea ferroviaria Roma-Viterbo, gestita da Astral e Cotral, in prossimità della stazione Catalano a Civita Castellana.

Una situazione, inoltre, tutt’altro che unica sull’intera linea che collega pizzale Flaminio con il capoluogo della Tuscia. In alcuni punti, il treno passa davanti alle strade private di accesso di ville.

Se questi aspetti possono sembrare a tratti romantici per gli estimatori di locomotive e percorsi ferroviari “diversi”, in realtà non lo sono per chi, usa il mezzo pubblico non per turismo o una gita fuoriporta, ma per raggiungere il posto di lavoro.

Oltre all’insicurezza stradale, la linea Roma-Viterbo, ed in particolare nelle tratta che collega Catalano a Montebello, rappresenta, a detta dei pendolari che la frequentano, quanto di peggio si possa trovare in Italia come servizio ferroviario. Treni risalenti agli anni ’80, sporchi e malridotti, in ritardo, con corse spesso soppresse e senza mezzi sostitutivi; da Montebello a Catalano, su un solo binario e con un tracciato, da Rignano Flaminio a Civita Castellana, inspiegabilmente allungato rispetto a qualsiasi logica tanto da impiegare un’ora e 45 minuti per poco più di 70 km.

Un servizio intollerabile ai fini del pendolarismo tant’è che i civitonici hanno smesso di utilizzarlo preferendo di raggiungere la capitale con i mezzi propri.

Ci si chiede perchè la Regione Lazio finanzi una tale scelleratezza, ma ancor più, come mai le amministrazioni comunali, a cominciare da Civita Castellana, non sollevino proteste per valorizzare quello che potrebbe essere una porta su Roma da far attraversare, non solo ai civitonici che lavorano nella Capitale, ma anche per portare turisti da Roma alla scoperta dei sensazionali tesori archeologici etruschi e falisci.

In tutto questo il vecchio treno continua a fischiare e sferragliare, proseguendo la sua andatura quasi sempre vuoto perché lento, sporco e malridotto.

Rupert Recchia