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Recuperati oltre 17 quintali di rifiuti recuperati nel lago di Bolsena

BOLSENA – Rifiuti di ogni tipo quelli riportati a galla nel lago di Bolsena domenica 21. L’operazione è legata all’imminente apertura al pubblico di un percorso subacqueo, finanziato nell’ambito del Pnrr, dal titolo: Gran Carro – Abitato palafitticolo sommerso; messa in sicurezza, restauro, fruizione e valorizzazione e fa seguito al protocollo d’intesa tra Marevivo e la Soprintendenza Archeologia – sottoscritto lo scorso 9 febbraio – per lo svolgimento di attività didattiche, formative, divulgative e formulazione di progetti e proposte di valorizzazione e di sviluppo della conoscenza per la tutela e salvaguardia di beni culturali sommersi, nonché per supporto tecnico, scientifico e didattico per attività di valorizzazione di ambienti storico archeologici sommersi, a rischio ambientale e di inquinamento”. Oltre 17 quintali di rifiuti portati a galla al lago di Bolsena, in località Gran Carro, è l’esito dell’operazione di pulizia voluta  dalla Soprintendenza archeologia, belle arti e paesaggio per la provincia di Viterbo e per l’Etruria meridionale, in collaborazione con la divisione subacquea di Marevivo e la supervisione delle forze dell’ordine e della protezione civile.

In acqua è stato ritrovato di tutto, tra i rifiuti individuati e rimossi bombole del gas, un estintore, pneumatici fuori uso, uno scaldabagno, un lavandino da cucina, pentole, griglie elettrosaldate metalliche, vetro, teli in plastica, tubi in plastica e metallo, frammenti di imbarcazione.

La pulizia, che ha visto coinvolti decine di subacquei Marevivo, servizio archeologia subacquea della Soprintendenza, aliquota carabinieri subacquei di Roma, carabinieri motovedetta stazione di Bolsena, il nucleo sommozzatori della guardia di finanza – stazione navale di Civitavecchia, realizzata in collaborazione con Impresa Gentili Restauri e Idealservice Soc. Coop , ha consentito di liberare da rifiuti spesso ingombranti e inquinanti in un’area archeologica che ad oggi rappresenta uno dei complessi meglio conservati della prima età del Ferro nell’Italia centrale, in cui si riconosce un’area abitativa rappresentata dalla cosiddetta “palafitta” e un’area di culto nell’enorme ammasso ellittico di pietre localmente denominato “Aiola”.

Il sito del Gran Carro sarà meta di visite interattive, esperienziali e immersive, un enorme lavoro di ricerca dei reperti, catalogazione e sistemazione. Tutela archeologica e tutela ambientale devono andare di pari passo e questo intervento è il primo di questo genere al Gran Carro di Bolsena in un contesto che va restituito al pubblico nel pieno rispetto del bene culturale e dell’habitat che lo circonda e lo conserva”, ha spiegato Massimiliano Falleri, Responsabile divisione Sub Marevivo.