Situazione carcere a Viterbo, scarseggia personale sanitario ma funziona la telemedicina

Nel Lazio si torna a parlare delle condizioni nelle carceri, tra il sovraffollamento a assistenza sanitaria. Negli istituti penitenziari della regione si registra la presenza di circa 6700 detenuti, a fronte di una capienza di 5000, con la situazione più grave nel carcere di Regina Coeli a Roma.

Molto lunghe le liste di attesa per i detenuti psichiatrici, problema già esposto in sede di Osservatorio. E’ quanto segnalato dal Provveditorato Lazio-Abruzzo-Molise, in commissione Affari costituzionali, statutari e sicurezza del Consiglio regionale del Lazio, in cui è emersa una panoramica generale sulle condizioni all’interno degli istituti penitenziari della regione Lazio. E’ stato affrontato il tema dell’assistenza sanitaria negli istituti, in quanto di stretta competenza regionale, unitamente al rapporto difficile tra le Rems e le case di detenzione.

Per quanto riguarda la Casa Circondariale di Viterbo, risulta la scarsità di personale sanitario ma un buon lavoro sulla telemedicina. La capienza è di 440 (ma una tolleranza di 700 circa) a fronte di 670 presenze effettive, di cui circa 40 sono al 41bis. Mentre sono 459 i detentivi, quindi si tratta di numeri vicini a una casa di reclusione. Rumeni e albanesi costituiscono la maggior parte delle presenze straniere. Reati contro il patrimonio soprattutto, ma in aumento quelli contro la persona, tra i motivi di detenzione.

“Un sotto organico di 89 unità, che causa rischi anche a livello di sicurezza”, è stato riferito dal direttore del carcere di Viterbo. “Non a caso sono stati rinvenuti cellulari e stupefacenti all’interno dell’istituto. Buona assistenza psichiatrica, ma difficile la gestione dei detenuti in attesa di rems, che causa la sottrazione di ulteriori unità all’Istituto. I turni di piantonamento sono per questo motivo più lunghi”.

Giorgio Noito