Sanità, Giorlandino (Uap): “Diagnostica in farmacia? La salute dei cittadini non sarebbe tutelata. E la norma è illegittima”

“Quello che il Governo vorrebbe attuare è un vero e proprio ‘colpo di mano’, un grande favore, per usare un eufemismo, alla categoria delle farmacie. Un provvedimento che dà la possibilità a queste ultime di eseguire al loro interno esami diagnostici, che vanno ben oltre i test di autocontrollo finora possibili, seguendo un iter autorizzativo molto semplificato e attenendosi a requisiti ridottissimi rispetto a quelli che invece, e giustamente, vengono chiesti alle strutture come le nostre a tutela della salute dei cittadini”.

A parlare è Maria Stella Giorlandino, presidente dell’Uap, a nome dei poliambulatori e dei laboratori di analisi privati italiani. La Giorlandino critica duramente e senza mezzi termini quanto il Governo vorrebbe fare aprendo la possibilità alle farmacie di effettuare prestazioni di laboratorio di analisi non più limitate, come detto, ai soli test di autocontrollo.

“E l’escamotage sapete qual è? – ironizza la presidente dell’Uap – Quello dell’abbattimento delle liste di attesa. Finalità sacrosanta, nulla quaestio in merito, ma la strada da seguire non è assolutamente questa. E non lo è per una svariata serie di ragioni. Ne cito due su tutte: in primis, in mancanza dei ferrei requisiti chiesti alle strutture come le nostre, la salute dei cittadini, che dovrebbe sempre essere l’ispiratrice di ogni provvedimento, sarebbe fortemente a rischio; inoltre, se il Governo non dovesse recedere da questa scelta immotivata e incostituzionale, assisteremmo in brevissimo tempo al nascere di assurde confusioni per i pazienti e per i clinici rispetto agli esiti delle analisi che possono essere svolte solo dai competenti laboratori d’analisi, con la conseguenza di arrecare soltanto un grande danno agli operatori della salute pubblica e privata. Senza contare che, paradossale ma questo accadrebbe, le liste di attesa finirebbero per non essere abbattute, anzi!”  

E’ un fiume in piena Maria Stella Giolardino. Che prosegue: “Tutto ciò è contenuto nell’art. 17 del testo del decreto legge di prossimo varo (lunedì 3 giugno andrà in esame al Parlamento e da quel momento scatteranno i 60 giorni per la sua conversione in legge dello Stato, ndr). Un testo che risulta essere palesemente incostituzionale per difetto dei requisiti di necessità e urgenza”.

“Questa facoltà data alle farmacie con il decreto legge, al quale ci si oppone fermamente, trasformerebbe le farmacie in laboratori di analisi nonostante il farmacista non possieda gli strumenti conoscitivi e strumentali per trasformare il semplice reperto derivante dal prelievo di sangue o genetico in un referto corredato da unità di misura, intervalli di riferimento e limiti decisionali: tutti elementi – incalza Maria Stella Giorlandino – che spettano, assieme alla garanzia e al controllo della qualità analitica, in via esclusiva ai professionisti della medicina di laboratorio e quindi ai laboratori pubblici e privati. Ed ecco quindi, come dicevo prima, il caos più totale e i rischi per la salute dei cittadini”.

Maria Stella Giorlandino a nome dell’Uap confida “nell’attenta valutazione del Governo che invita fermamente ad eliminare dal decreto legge in materia di riduzione delle liste d’attesa le ‘Disposizioni urgenti per promuovere l’erogazione dei servizi in farmacia’, che oltre ad essere ingiuste nel merito sono assolutamente prive dei requisiti costituzionali indispensabili di necessità e urgenza”.

“Cosa faremo per impedire che questo pastrocchio si concretizzi? Cosa faremo noi che per erogare prestazioni adeguate dobbiamo rispettare ben 420 requisiti di legge e avere autorizzazioni regionali laddove alle farmacie bastano quelle comunali? Continueremo a chiedere il rispetto della legalità per chi eroga servizi sanitari, garanzia di un giusto responso per i cittadini e qualità nelle prestazioni erogate attraverso il rispetto di tutti i parametri previsti dalle leggi vigenti in materia. Grideremo con tutta la nostra voce che non devono esserci scappatoie e vie brevi per nessuno. Sottolineeremo a tutti i livelli che con questo atto le liste di attesa non vengono abbattute ma peggiorate. Cercheremo di far capire, solo per fare un esempio, che in caso di esami cardiologici con referto redatto non da un cardiologo ma da altre figure non specializzate, c’è il concreto rischio che il cittadino vada a casa tranquillo salvo poi avere un infarto per errori nella relazione clinica. Noi davanti ad un elettrocardiogramma anomalo inviamo subito il paziente al pronto soccorso, le farmacie invece che faranno?

Altro problema – aggiunge Maria Stella Giorlandino – è che mentre all’interno delle nostre strutture non possono esserci medici prescrittori, nelle farmacie invece questa presenza è possibile: se poi si rilascia al cittadino la risposta di un esame senza alcuna firma di un referente autorizzato, chi risponde di quel referto?

Di fronte a tale clamoroso errore, perché di questo si tratta, stiamo preparando un appello al presidente della Repubblica Sergio Mattarella, mentre nei 60 giorni che scatteranno da lunedì 3 giugno, necessari alla conversione in legge del decreto governativo, organizzeremo manifestazioni di protesta decretando anche uno stato di sciopero delle nostre strutture. Qui è in ballo la salute della popolazione e non si può giocare, non possono esserci favoritismi per le farmacie scavalcando ogni requisito e dando ad esse la possibilità di essere in regola senza rispettare tutti ma proprio tutti i parametri esistenti. Così si mette in crisi chi lavora con serietà e nel rispetto delle leggi.

C’è una metafora che rende bene l’idea di quello che vuole fare il Governo – conclude Maria Stella Giorlandino – mettere in mano una macchina a chi non ha la patente. E in questo caso si tratta anche di una macchina molto potente e delicata”.