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Dalla Zes anche per Viterbo, a tutela lavoro, le proposte della Cisl per sviluppo regione Lazio

Creare una Zona economica speciale del Lazio, in particolare per sostenere le economie di Frosinone, Latina e Rieti per evitare il rischio di desertificazione industriale che corrono le tre province penalizzate dal “Decreto Sud” che riconosce una Zes unica per il Mezzogiorno. Sostenere l’industria automobilistica alle prese con la crisi di Stellantis, tutelando i lavoratori. Infine, sostenere Roma Capitale anche, in vista del prossimo Giubileo, attraverso delle iniziative che vanno dalla partecipazione dei lavoratori alla governance e agli utili d’impresa mediante un loro rappresentante all’inclusione senza distinzione di genere, nazionalità ed etnia.

Queste le proposte per lo sviluppo dei territori del Lazio, presentate questa mattina dalla Cisl regionale nel corso di un convegno organizzato in giunta regionale a Roma, alla presenza del presidente della Regione, Francesco Rocca. In un contesto come quello attuale, dove ci sono diverse crisi da affrontare a partire da quella industriale e ambientale, secondo la Cisl diventa fondamentale effettuare scelte sostenibili nei processi produttivi, avere una visione del futuro che non sia limitata strategicamente, consentire lo sviluppo delle relazioni industriali sotto il profilo imprenditoriale e pungolare le istituzioni e le comunità locali verso un nuovo protagonismo. Roma produce l’80 per cento della ricchezza prodotta nel Lazio.

Ma esiste anche un altro Lazio dove Frosinone, Latina e Rieti insieme costituiscono il 20,6 per cento della popolazione laziale ma vivono dentro una crisi economica e sociale che le accosta alle province del mezzogiorno nonostante le 100 mila imprese presenti. Per la Cisl gli obiettivi di un Piano di sviluppo strategico devono essere, innanzitutto, quelli di arrestare lo spopolamento delle aree interne del centro Italia e per noi, nello specifico, della provincia di Rieti a partire dai territori colpiti dal sisma del 2016, con investimenti tesi favorire la permanenza delle persone nel territorio ed il ritorno di coloro che sono andati via.

In particolare, per Roma, la Cisl ha lanciato 11 proposte, in vista anche del Giubileo 2025, che vanno dalla partecipazione dei lavoratori alla governance e agli utili d’impresa, all’inclusione senza distinzione di genere, nazionalità ed etnia, passando per la solidarietà, con la promozione di una Roma più giusta unita e solidale, e con servizi socio sanitari più vicini ai cittadini e l’accoglienza, che dovrebbe prevedere una modernizzazione del sistema turistico-culturale e una maggiore collaborazione con i Municipi di Roma Capitale per elaborare la guida dei servizi. Inoltre, secondo il sindacato, serve tutelare la sicurezza sul lavoro con un patto di responsabilità tra sindacati, istituzioni e imprese per fermare le tragedie sui luoghi di lavoro, la legalità che prevede il monitoraggio dei protocolli già firmati, l’estensione degli stessi anche alle cooperative che si occupano dei servizi e alle imprese del settore alberghiero e ristorazione.

Per Rieti gli obiettivi della Cisl sono quelli di arrestare lo spopolamento con investimenti tesi a favorire la permanenza delle persone nel territorio ed il ritorno di coloro che sono andati via attraverso incentivi fiscali e contributivi con agevolazioni per i nuovi residenti, esenzione o riduzione delle tasse per i primi anni, e agevolazioni per le imprese attraverso una riduzione delle imposte per chi avvia un’attività. Altro aspetto sottolineato dalla Cisl riguarda il potenziamento delle infrastrutture ferroviarie e viarie con l’accelerazione dei lavori o l’apertura di cantieri per la Salaria. Sulla provincia di Frosinone, la Cisl propone di riattivare il comitato per lo sviluppo all’interno di un sistema che abbia al suo centro il Consorzio Industriale unico del Lazio. Segnali di allarme preoccupanti arrivano da uno dei pilastri del territorio: la filiera dell’automotive vive una fase di delocalizzazione della sua componentistica. Per la Cisl “la situazione sta per esplodere con un indotto senza commesse e licenziamenti di massa alle porte perché gli ammortizzatori sociali sono in scadenza entro la fine dell’anno 2024. Una circostanza che riguarda Stellantis, ma soprattutto i fornitori diretti e indiretti che la crisi la stanno subendo in maniera pesantissima”.

Pertanto, secondo il sindacato è fondamentale sostenere il settore. Sulle infrastrutture, la Cisl insiste per concretizzare la nuova stazione ad alta velocità di Frosinone. Per quanto riguarda il territorio di Latina si propone di valorizzazione i siti industriali dismessi per creare occupazione. Un esempio è l’acquisizione del sito dell’ex Gambro da parte di un’azienda farmaceutica. Fondamentale anche la formazione per la Cisl che guarda con grande interesse al polo universitario che negli ultimi decenni ha sviluppato prevalentemente facoltà tecnico-scientifiche e auspica in una visione futura la nascita di un secondo ateneo a formazione umanistica.

Nell’agro pontino la Cisl sottolinea poi la necessità di contrastare lavoro nero e caporalato. Infine, Viterbo, dove il sindacato ritiene necessario un progetto per lo sviluppo e l’attrattiva della città di Viterbo, soprattutto in vista della candidatura a Capitale della Cultura 2033 e maggiori connessioni dei trasporti con le aree urbane della provincia e della Regione. La Cisl riparte con una serie di proposte per lo sviluppo di Roma e delle province del Lazio, “che abbiamo sottoposto non soltanto al presidente della Regione, Francesco Rocca, ma anche a deputati e senatori, consiglieri e assessori. Roma, con il Giubileo, deve partire dalla partecipazione dei lavoratori nelle aziende partecipate di Roma Capitale”, ha detto il segretario generale Cisl Lazio Enrico Coppotelli.

“Per quanto riguarda i territori è ineludibile il tema della zona economica speciale: pensiamo che sia opportuno che il Lazio venga agganciato ai benefici del Mezzogiorno d’Italia per quelle aree che non hanno la possibilità di una crescita importante come Roma. La Capitale non deve essere vista come una antagonista ma come grande protagonista della nostra Regione per brandizzare sempre di più una regione che ha relazioni industriali profittevoli ma soprattutto voglia nuova di competere a livello nazionale e internazionale”, ha concluso Coppotelli.

Il presidente della Regione Lazio, Francesco Rocca ha sottolineato che serve riaprire una serie di infrastrutture. La zona economica speciale è un progetto “estremamente importante e significativo. Ma serve un lavoro di squadra. Se la riportiamo in Parlamento in questo momento senza lavorare sugli indicatori socio economici troveremo un muro da parte dell’Europa. Serve un commissario che possa lavorare su questi indicatori e far riaprire la Zes – ha spiegato Rocca -. Non manca la volontà politica bipartisan, ma bisogna modificare prima le regole europee. Io spero che con la partenza del commissario europeo Raffaele Fitto si possa lavorare su degli indicatori nuovi in modo tale che tutta la fascia di confine della nostra regione possa recuperare quei vantaggi che la Zes oggi da’ solo al meridione”, ha concluso Rocca.