* PRIMO PIANOambienteEconomia

Case della Tuscia per oltre il 70% risultano vecchie e poco efficienti. Lazio peggiore regione italiana in prestazioni energetiche delle abitazioni

VITERBO – La casa da sempre è il bene primario e la principale fonte di investimento per gli italiani. In questi giorni si è riacceso il dibattito e, lo scontro politico, sul bonus 110% e sulla rivalutazione delle rendite catastali per chi abbia usufruito delle agevolazioni fiscali. Al di là delle polemiche politiche la situazione degli immobili sotto l’aspetto dell’efficientamento energetico e le ristrutturazioni, presenta un quadro sulla vetustà delle abitazioni italiane non certo dei migliori. Da uno studio di Confartigianato, per la Settimana per l’energia e la sostenibilità, emerge un quadro tutt’altro che roseo. Nel Lazio la provincia di Viterbo tra le aree italiane con il maggior numero di abitazioni che necessitano di interventi di riqualificazione.

Viterbo si trova di fronte a una sfida cruciale per il proprio futuro energetico. Con il 69,3% degli edifici classificati nelle classi energetiche meno efficienti, la provincia rientra tra le aree italiane con il maggior numero di abitazioni che necessitano di interventi di riqualificazione. Questo dato, evidenziato da un rapporto di Confartigianato, mette in luce l’urgenza di agire per migliorare le prestazioni energetiche del patrimonio immobiliare locale, in linea con gli obiettivi fissati dalla direttiva europea sulle case green.

Secondo lo studio, presentato in occasione della Settimana per l’energia e la sostenibilità organizzata da Confartigianato dal 21 al 27 ottobre, l’Italia è in ritardo nel raggiungere i target di efficienza energetica stabiliti dall’Unione europea. Il presidente di Confartigianato Marco Granelli dichiara: “Siamo un paese con case vecchie e poco efficienti. Non c’è tempo da perdere. Vanno messi subito in campo interventi a sostegno della riqualificazione degli immobili con l’obiettivo, indicato dalla direttiva Ue, di ridurre il consumo energetico del 16% entro il 2030 e del 20-22% entro il 2035, fino alle emissioni zero nel 2050”.

Il Lazio, con il 65,6% degli edifici nelle classi energetiche più basse, è tra le regioni con le peggiori prestazioni energetiche. Viterbo, con il suo 69,3%, segue altre province laziali come Rieti (78,8%) e Frosinone (71,3%), che registrano percentuali ancora più elevate di edifici inefficienti. Roma, pur essendo il centro economico e politico della regione, non è esente dal problema, sebbene si collochi leggermente sotto la media regionale.

Il rapporto sottolinea che la situazione critica non riguarda solo la vetustà degli edifici, con il 68% delle abitazioni italiane che è stato costruito prima del 1980, ma anche la loro scarsa efficienza energetica. La vetustà del patrimonio edilizio laziale è uno degli ostacoli principali nella transizione verso un’edilizia sostenibile.