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La Tuscia ha oltre 97 siti inquinati, cave, oleodotti, ex discariche, in corso in Regione le procedure di bonifica

Nella Tuscia ci sono 97 siti inquinati. Si tratta di luoghi in cui sono state superate le concentrazioni soglia di contaminazione, spesso dopo decenni di attività industriali per la lavorazione di sostanze chimiche, per il trattamento e lo smaltimento dei rifiuti o attività di servizio come le pompe di benzina.

Tra cave e oleodotti, ex discariche e punti di distribuzione di carburante, autorimesse private e anche depositi Atac, in tutta la regione – al 31 dicembre 2021, ultimi dati resi disponibili da Arpa Lazio – sono 1105 i siti per cui è in corso una procedura amministrativa di bonifica in Regione.

Viterbo è la provincia con il più alto tasso di conclusione dei lavori di ripristino ambientale delle aree segnalate: il 48% dei procedimenti avviati, infatti, è arrivato a conclusione. Seguono Rieti (41% su 32 siti contaminati) e Latina (35% su 115). Roma e Frosinone, invece, fanno registrare valori inferiori. Nella Capitale, dove si trova più della metà dei siti di tutto il Lazio (594), è stato portato a termine il 21% dei procedimenti. In Ciociaria, invece, solo il 5% su 267 siti.

Dei 1105 siti per cui la procedura, in Regione, è aperta, che non vuol dire che sia in atto la bonifica, nel 19,5% dei casi la proprietà è pubblica, nel 70% privata, appena nel 2,5% dei casi è demaniale si tratta quasi esclusivamente di ex discariche.