Con Proietti nel maresciallo Rocca, in pensione vero cc di Viterbo 

Il maggiore Maurizio Iannaccone, dopo oltre quarant’anni di servizio, lascia il servizio attivo nell’Arma. Fu lui, all’epoca comandante della stazione dei carabinieri di Viterbo, ad affiancare l’indimenticabile Gigi Proietti nelle riprese della fiction cult “Il maresciallo Rocca” girata nella città dei Papi. Venne affiancato a Proietti per consentire all’attore di apprendere storia, norme, procedure, abitudini, atteggiamenti tipici dei carabinieri. Un affiancamento costante, che ben presto tra i due è diventata amicizia: non a caso il regista, Giorgio Capitani, in più di un’occasione lo ha reso comparsa tra i carabinieri dello sceneggiato.      “Con Gigi ci siamo conosciuti quando è venuto a Viterbo e c’è stata subito una grande empatia – racconta oggi Iannaccone – siamo stati molto bene insieme. Un aneddoto? Ricordo la scena della festa dell’Arma, in piazza San Lorenzo, in una giornata molto fredda. E Gigi aveva talmente freddo che la scena, fino all’inquadratura sul volto, la feci io. Poi quando è stato il momento di girarsi di spalle è entrato lui. E poi ricordo il fatto dei capelli… gli dicevo: “Gigi, dobbiamo dargli una controllatina”. E poi le nottate insieme a mangiare, fino alle quattro di mattina con la chitarra a cantare… davvero uno spasso. Ricordo con soddisfazione una foto di Gigi che tiene in braccio la mia bambina”. Un legame durato nel tempo: “alla laurea di mio figlio – ricorda ancora Iannaccone – sono andato a prenderlo a casa ed è stato con noi. Sempre disponibile, una persona speciale”. Iannaccone – ricostruisce l’agenzia AGI -, nella sua lunga carriera ha legato indissolubilmente il suo nome a Viterbo, arrivando alla Stazione di Bagnaia nel 1988. Ha preso le mosse così un percorso personale e professionale che lo ha legato indissolubilmente alla città di Viterbo, vivendone per oltre trentacinque anni la storia, presente nella vita di tantissimi viterbesi che ne ricordano l’intervento in tanti momenti per sé e per tutti significativi. Hanno vissuto a Viterbo la moglie Maria, i figli Giuseppe e Laura; qui nel 1992 è stato promosso Maresciallo. Parole di elogio sono state spese per lui oggi anche dal comandante provinciale dei carabinieri, Massimo Friano, che ha ricordato come il comandante di stazione sia “il punto di riferimento di una grande famiglia”. È stato Iannaccone sul posto a dare per primo la notizia quando la macchina di Santa Rosa si inclinò sul campanile della chiesa di San Sisto, avvertendo il Sindaco Gabbianelli. È stato il maresciallo che ha dato cibo e vestiti dei propri figli a otto bambini di una famiglia straniera disagiata, trovati nel retro di un furgone, nel corso di un controllo alla circolazione. Ma la Tuscia è stata soprattutto lo scenario di un lavoro quotidiano, discreto, evidenziatosi tante volte per importanti operazioni di Polizia Giudiziaria, in qualòche caso meritevoli di encomi dal Comandante della Legione Carabinieri Lazio. È un esempio come nel 2009, sue indagini abbiano contribuito a disarticolare un’agguerrita organizzazione criminale di area campana dedita a rapine in esercizi commerciali ed uffici postali, con l’esecuzione di nove ordinanze di custodia cautelare in carcere. Nel 2013, tra Viterbo e Roma, ancora ispettore, ha contrastato organizzazione criminale impegnata in traffico di sostanze stupefacenti e rapine, giungendo all’arresto di sei persone e alla denuncia a piede libero di altre sette. Nel 2015 ha lavorato per contrastare un gruppo criminale attivo nella ricettazione e nel riciclaggio di metalli preziosi, con l’arresto di quattordici persone e la denuncia alla magistratura di altre 29, oltre al sequestro di circa 600 kg di argenteria e monili in oro. Ovviamente, non sono mancati momenti di difficoltà: come quando a Bagnoregio è stato ferito in servizio per fermare l’ennesima banda criminale organizzatasi per l’abigeato nelle campagne.