Viterbo, movida notturna: i residenti di San Pellegrino dicono no

VITERBO – La movida è il problema principale con cui tutti i comuni devono fare i conti per assicurare il sacrosanto diritto alla tranquillità notturna e il diritto al lavoro per gli esercenti. È quello che sta avvenendo anche a Viterbo, dove i residenti di San Pellegrino si sono opposti all’ipotesi di un prolungamento dell’orario di chiusura dei bar del centro fino alle due di notte, come proposto dalle associazioni di categoria.

La presa di posizione sembra essere talmente decisa da far saltare l’accordo con i gestori dei locali, sempre che il Comune non decida di fare da sé senza ascoltare nessuno.

Facile comprendere i motivi per cui i residenti, in particolar modo quelli di San Pellegrino, si sono opposti con tutte le loro forze allo slittamento delle chiusure alle 2? Motivo principale è il diritto al riposo notturno. Il brusio fino a tarda notte, a detta loro, disturba i sonni di chi abita nelle dimore medievali e nei B&B, per questo ritengono insindacabile il diritto al riposo. Di diverso avviso Confartigianato, che sostiene il sacro diritto al lavoro per baristi e titolari. Secondo motivo, sempre legata in qualche modo agli schiamazzi, è il vandalismo. Molto spesso, secondo gli abitanti del posto, giovani in preda ai fumi dell’alcol danneggiano soprattutto i portoni delle case, oltre ad orinare sui muri. In generale, la movida viterbese viene considerata quasi selvaggia, ma lo è ovunque, per cui, anche se i bar hanno proposto un incremento della security, i residenti hanno risposto picche.

Dulcis in fundo, all’interno del comitato residenti di San Pellegrino c’è pure chi lancia un’idea per certi versi provocatoria: spostare la movida altrove, lontano dal quartiere medievale e addirittura fuori dalle mura. In zona Valle Faul, per capirci. Una soluzione, questa, assolutamente non fattibile ma utile a capire quanto, da parte degli abitanti, ci sia pochissima disponibilità a trattare sugli orari di chiusura dei bar. Ora la palla è tra le mani dell’assessore allo Sviluppo economico Silvio Franco, il quale dovrà decidere se accettare le proposte formulate dai sindacati oppure assecondare le richieste dei residenti.