L’aviaria fa paura nel viterbese, allevatori a lezione

Si è svolta in questi giorni presso la sede viterbese dell’Istituto zooprofilattico, il corso di formazione che il Servizio veterinario della Asl di Viterbo ha promosso e rivolto agli allevatori della Tuscia per prevenire e limitare la diffusione del virus H5N1, causa dell’influenza aviaria.

L’iniziativa rientra tra le azioni previste nel progetto di attuazione PanFlu 2021-2023 che, nell’ambito del Piano operativo aziendale di preparazione e risposta a una pandemia influenzale, vede coinvolti gli allevatori della provincia di Viterbo al fine di diffondere buone pratiche in termini di prevenzione del contagio e della diffusione dei virus influenzali, quali quello dell’aviaria, e avviare un percorso condiviso tra l’area della salute umana, di quella animale e di quella ambientale, in un’ottica one health.

Proprio da questo punto di vista, gli incontri sono stati anche l’occasione per uno sforzo più ampio e collettivo dell’azienda sanitaria, che ha visto il coinvolgimento attivo delle unità operative di SispPresal e Coordinamento dei programmi di screening, grazie alle quali sono stati allestiti dei punti informativi per sensibilizzare i partecipanti e promuovere diverse linee di attività collegate alla prevenzione, come la vaccinazione e i programmi di screening oncologici. Inoltre, all’esterno della sala che ospita gli incontri, è presente anche un punto  sanitario mobile dove le Unità di continuità assistenziale (UCA) della Asl, su adesione spontanea, possono somministrare i vaccini consigliati nella stagione attuale (antinfluenzale, anticovid e antipneumococcico).

Le pandemie influenzali – spiega Nicola Ferrarini, direttore del Servizio Veterinario, Sanità animale e igiene degli allevamenti – sono eventi ricorrenti e imprevedibili. Possono avere un impatto significativo sulla salute, sulle comunità e sull’economia, non solo sanitaria. Si verificano quando emerge un nuovo virus influenzale, contro il quale le persone hanno poca o nessuna immunità. La pianificazione e la preparazione sono fondamentali per contribuire a mitigare il rischio e l’impatto di una pandemia influenzale e per gestire la risposta e la conseguente ripresa delle normali attività.  Ultimamente si è registrato un aumento esponenziale delle epidemie di influenza aviaria, che ha riguardato sia i ceppi responsabili di epidemie devastanti per il comparto avicolo, sia l’introduzione di ceppi a ridotta virulenza. Inoltre, è stato dimostrato il passaggio di virus influenzali aviari dai volatili direttamente all’uomo. Evenienza che può rappresentare il fondamento biologico per la possibile emergenza di un nuovo virus pandemico umano”. A causa della natura in continua evoluzione dei virus dell’influenza, l’Oms sottolinea l’importanza della sorveglianza globale per rilevare e monitorare i cambiamenti virologici, epidemiologici e clinici associati ai virus influenzali che possono interessare la salute umana e animale.

“Tenuto conto – conclude Ferrarini – che lo scorso 13 novembre 2023 è stato confermato il primo  focolaio di influenza aviaria ad alta patogenicità del sottotipo H5N1 della stagione 2023/2024 in un comune della provincia di Padova, e che la provincia di Viterbo è identificata tra le zone a medio alto rischio di introduzione e diffusione del virus di influenza aviaria, abbiamo ritenuto opportuno e valido interagire con gli allevatori del Viterbese con una iniziativa pensata appositamente in un’ottica one health, che da tempo contraddistingue il dipartimento di Prevenzione della nostra Asl”.