Maxi rissa al Sacrario, confermati gli arresti domiciliari con aggiunta del braccialetto elettronico per i tre indagati

VITERBO – Sono arrivate le decisioni del Gip per la maxirissa al Sacrario, confermati tre arresti domiciliari rafforzati dal braccialetto, mentre viene meno l’accusa di tentato omicidio. Il gip Giacomo Autizi sottolinea inoltre “il fatto che gli arrestati hanno partecipato a una violenta rissa, nel primo pomeriggio e nel pieno centro cittadino, alla presenza di inermi cittadini, con chiaro pericolo per la incolumità loro e di terzi”.

Il giudice, sciogliendo la riserva, ha convalidato gli arresti dei tre maggiorenni coinvolti nel gravissimo episodio avvenuto nel tardo pomeriggio di venerdì, confermando la misura di custodia cautelare degli arresti domiciliari e disponendo il braccialetto elettronico.

Si sono nel frattempo ridimensionate le accuse a carico di Alessio Denocenti, il pregiudicato 46enne viterbese arrestato per tentato omicidio per essersi fiondato in auto sulla folla. Il reato è stato riqualificato in lesioni aggravate dall’uso a mo’ di arma della vettura Audi A4 bianca, alla guida della quale ha investito il 33enne afgano Hosseini Mohammad.

Anche Hosseini Mohammad e il 35enne Paolo Trabalzi, che hanno usato una mazza da baseball e dei bastoni, sono accusati di lesioni aggravate oltre che, come Denocenti ovviamente, di rissa aggravata. Tutti feriti, Denocenti e Mohammad hanno riportato prognosi di sette giorni, mentre Trabalzi se l’è cavata con tre giorni di prognosi. Titolare del fascicolo la pm Paola Conti.

“Il veicolo – si legge nell’ordinanza del gip Autizi – non pare andasse a velocità sostenuta e neppure sembra che il Mohammad sia stato investito in pieno, ma invero di striscio, tanto che era in grado di colpire ripetutamente il veicolo, che iniziava a colpire con ferocia per mezzo della mazza da baseball, per poi anche cercare di inseguire il suo investitore. Inoltre, il medesimo Mohammad subiva lesioni di scarsa consistenza e localizzate in zona non vitale. Peraltro, la vettura era nella disponibilità del Denocenti perché con la medesima era giunto sul posto e venne usata solo accidentalmente come strumento per colpire il coindagato”. Il giudice sottolinea come “nel video si nota che, dopo aver colpito il Mohammad, il Denocenti arresta la marcia, mentre, se avesse voluto uccidere, avrebbe sicuramente continuato la sua corsa e cercato di investirlo nuovamente”.

Il gip Autizi poi sottolinea “il fatto che gli arrestati hanno partecipato a una violenta rissa, nel primo pomeriggio e nel pieno centro cittadino, alla presenza di inermi cittadini, con chiaro pericolo per la incolumità loro e di terzi”. Nonché “la spregiudicatezza dimostrata dagli indagati, che hanno usato per colpirsi anche strumenti atti a offendere (la mazza da baseball) e, come Denocenti “non ha esitato a usare anche un veicolo per colpire il suo antagonista Mohammad”. Sottolineata dal gip infine “la pervicacia dimostrata, visto che gli indagati hanno continuato a cercare di colpirsi anche alla presenza delle forze dell’ordine”.

La rissa è esplosa attorno alle ore 18,35 circa del 26 aprile nel piazzale antistante il supermercato e il fioraio di piazza Martiri di Ungheria dove si sono precipitati polizia e carabinieri. Due le fazioni contrapposte. Secondo la ricostruzione, con l’ausilio dei filmati della videosorveglianza.