Scarseggia l’acqua termale alle “Terme dei Papi” a rischio le cure e le esigenze dei pazienti. Lettera della società all’Amministrazione Fortini

VITERBO – Un vero e proprio atto di accusa quello contenuto nella lettera inviata dai responsabili della società “Terme dei Papi” all’amministrazione Fortini e a tutti i consiglieri, in cui si denunciano le carenze di acqua termale per le Fonti che riduce la possibilità di un esercizio adeguato alle esigenze dei pazienti, della struttura. Ma non basta, nella lettera inviata, la Società denuncia anche l’indifferenza dell’amministrazione comunale nelle problematiche che le Terme dei Papi sta vivendo.  Scrivono i responsabili della Struttura: “Constatata l’assoluta indifferenza dell’amministrazione comunale alle problematiche determinate dalla carenza di acqua termale a disposizione dello stabilimento termale comunale gestito dalla scrivente e la persistente assenza di misure idonee a contenere e, progressivamente, scongiurare il danno procurato alla gestione dello stesso, ci vediamo oggi costretti a manifestare pubblicamente il nostro sconcerto anche all’intera compagine dei membri del consiglio comunale, nella speranza di suscitare finalmente ascolto e adeguata considerazione”. Per meglio comprendere l’amarezza dello sfogo i responsabili delle Terme ripercorrono le origini e la storia delle stesse, fin dagli anni ’90, del suo fondatore Socrate Sensi, e gli anni in cui le Terme divennero un punto di riferimento per l’economia e la cura per la città.

I risultati furono eccellenti – ricordano i vertici delle Terme – tanto che lo stabilimento termale comunale (oggi Terme dei Papi) ottenne, dal servizio sanitario nazionale, l’accreditamento in 1° categoria super per tutte le cure fondamentali tipiche. Eccellenti e davvero incoraggianti, oltre che forieri di indiscussa notorietà ed attrattiva, furono i riscontri ottenuti dallo stabilimento a livello di clientela curata (oltre 40.000 all’anno), di cure e trattamenti erogati (oltre 350.000 all’anno) e di personale occupato (circa 200)”.

Non classificata e priva di accreditamento risultava, poi, ogni altra cura tipica del termalismo come le cure inalatorie, l’antroterapia (grotta), i bagni terapeutici, ed i percorsi vascolari. Fu dunque necessario allacciare, sin dall’inizio, rapporti e collaborazioni con le più blasonate università italiane e con i più riconosciuti specialisti dell’idrologia medica. Sotto la loro guida furono effettuati innumerevoli studi clinici e lavori scientifici a supporto e validazione dell’efficacia di tutte le cure termali proposte con le acque e i fanghi viterbesi.

I risultati furono eccellenti tanto che lo stabilimento termale comunale (oggi Terme dei Papi) ottenne, dal servizio sanitario nazionale, l’accreditamento in 1° categoria super per tutte le cure fondamentali tipiche. Eccellenti e davvero incoraggianti, oltre che forieri di indiscussa notorietà ed attrattiva, furono i riscontri ottenuti dallo stabilimento a livello di clientela curata (oltre 40.000 all’anno), di cure e trattamenti erogati (oltre 350.000 all’anno) e di personale occupato (circa 200).

“Non da oggi però il nostro entusiasmo viene mortificato senza alcuna riconoscenza e il nostro impegno incomprensibilmente frustrato e vanificato – proseguono – a causa dell’insufficiente disponibilità di acqua termale necessaria al corretto funzionamento dello stabilimento siamo stati costretti al contingentamento delle cure dei reparti di fangoterapia, ginecologia, delle cure vascolari e dermatologiche e, addirittura, alla riduzione dell’orario di apertura della grande piscina termale, all’eliminazione di alcuni settori strategici (su tutti quello di fisioterapia per trattamenti di fisiokinesi e riabilitazione motoria in acqua termale, la cui domanda, se opportunamente coltivata nei più prestigiosi canali medico-assicurativi, avrebbe avuto prospettive di ampio sviluppo, soprattutto in ambito post-operatorio e sportivo). Purtroppo in mancanza di certezze sulle disponibilità del fabbisogno di acqua termale a disposizione, risulta impossibile anche programmare qualsiasi strategia imprenditoriale, con conseguenze di pericoloso stallo imprenditoriale. Tale danno si accentua ancor di più, per l’impossibilità di attivare i nuovi reparti già realizzati con ingenti investimenti, per dare impulso alla ripresa dopo la devastante crisi pandemica.

A fronte di tali vessazioni gravemente lesive, oltre che dell’immagine dell’azienda, della “credibilità” dell’intero stabilimento, sono state intraprese opportune iniziative giudiziarie culminate di recente anche in una richiesta risarcitoria dell’ingentissimo danno arrecato alla struttura, che ammonta fino a oggi ad oltre 35 milioni di euro.

A causa dell’insufficiente disponibilità di acqua termale necessaria al corretto funzionamento dello stabilimento siamo stati costretti al contingentamento delle cure dei reparti di fangoterapia, ginecologia, delle cure vascolari e dermatologiche e, addirittura, alla riduzione dell’orario di apertura della grande piscina termale, all’eliminazione di alcuni settori strategici (su tutti quello di fisioterapia per trattamenti di fisiokinesi e riabilitazione motoria in acqua termale, la cui domanda, se opportunamente coltivata nei più prestigiosi canali medico-assicurativi, avrebbe avuto prospettive di ampio sviluppo, soprattutto in ambito post-operatorio e sportivo)”.

Alle precise contestazioni della società Terme dei Papi vedremo quali saranno le risposte che l’Amministrazione Fortini vorrà dare, ma soprattutto quali soluzioni vorrà fornire per rimediare alla carenza di acqua termale e per la soluzione del problema. Sicuramente queste non tarderanno ad arrivare.