Giornate del FAI; nella Tuscia porte aperte di storici manieri, gioielli del XVI secolo

Grandi numeri per le Giornate Fai di primavera, nello scorso weekend, quello del 25 e 26 marzo, registrati nella Tuscia. Luoghi solitamente inaccessibili o poco noti hanno aperto le porte al pubblico nel viterbese. A Bomarzo palazzo Orsini e la sala delle Paraste e la piramide etrusca, a Gradoli il neo bene del Fai villa Caviciana e a Bagnaia la limonaia e la sala della caccia di villa Lante.

Il giardino rinascimentale nella frazione di Viterbo nella due giorni di aperture straordinarie ha accolto oltre milleottocento visitatori. Un risultato importante che ha soddisfatto le aspettative della direzione e di chi si prende cura della villa.

I visitatori non solo hanno potuto godere del giardino italiano manieristico del XVI secolo, ma hanno potuto ammirare anche la limonaia di villa Lante. L’edificio è stato fatto costruire nel settecento da Marcello Lante della Rovere come rimessa per gli agrumi. Originariamente era un unico grande ambiente, molto luminoso. In questa parte del palazzo venivano conservati, durante l’inverno, i vasi di agrumi rimossi dal giardino per proteggerli dal freddo. Nel 1953 è stato trasformato da Angelo Cantoni, che acquista la villa, in un’abitazione privata a suo uso personale. Amante dell’antiquariato, arreda la limonaia con oggetti rustici, con suoi dipinti della villa e con le lettere autografe di Marcello Lante della Rovere e dei cardinali Gambara e Montalto. Aperta anche la sala della caccia, recentemente restaurata e tra gli ambienti più suggestivi di tutto il casino. Appena entrati colpisce la volta, pensata come un cielo splendido all’interno del quale volteggia una moltitudine di uccelli europei ed esotici riprodotti dal vero. Sulle pareti compaiono vivaci scene venatorie con figure a cavallo e cani che rincorrono le prede, mentre agli angoli ci sono le allegorie delle quattro stagioni e al centro della volta gli emblemi del gambero e dell’aquila bicipite.