Colpo da 200mila euro alle poste di Canino, in carcere il direttore e cinque complici

CANINO – Rapina a mano armata alle poste di Canino del 28 novembre 2020, in carcere il direttore-talpa Massimiliano Ciocia condannato a 3 anni e 10 mesi e i cinque complici per cui le sentenze sono diventate definitive tra luglio dell’anno scorso e il 7 giugno. Le pene vanno da un minimo di 3 anni e 4 mesi a un massimo di 5 anni e 8 mesi. Con lo sconto di un terzo del rito abbreviato scelto dalle difese in seguito all’accoglimento della richiesta di giudizio immediato.

Per Daniele Casertano (5 anni e 8 mesi), Domenico Palermo (5 anni e 8 mesi), Christian Lanari (4 anni) e Riccardo Carloni Modesti (5 anni) le sentenze sono diventate definitive la scorsa settimana, dopo l’udienza del 7 giugno davanti alla corte di cassazione che ha rigettato i rispettivi ricorsi.

Gli altri due – ovvero il direttore delle poste Massimiliano Ciocia e il palo Roberto Gallo (3 anni e 4 mesi) – hanno usufruito l’anno scorso dello sconto del concordato in secondo grado. Ancora davanti al collegio il settimo imputato, uno dei due pali, Bruno Laezza, anche lui accusato di concorso in rapina aggravata, che ha scelto il rito ordinario.

Il processo di primo grado si è concluso a distanza di meno di un anno dalla rapina, il 5 novembre 2021. L’11 luglio 2022 le pene di primo grado sono state confermate dalla corte d’appello di Roma per tutti ad eccezione di Ciocia e Gallo. Lo scorso 7 giugno è stata la volta della cassazione per Casertano, Palermo, Lanari e Carloni Modesti.

Un colpo da 200mila euro, tra pensioni e tredicesime, per la precisione 199.320 euro secondo quanto appurato nell’immediatezza, come ha spiegato durante una delle udienze del processo a Laezza una ispettrice di Poste Italiane, che si è costituita parte civile contro tutti gli imputati, compresi i sei che hanno scelto l’abbreviato, ottenendo lo sconto di un terzo della pena.

Sull’entità del bottino, però, come è noto, i complici hanno fornito versioni discordanti: 40mila euro secondo i complici del direttore, più i 30mila euro trovati nella vettura di Ciocia che cercava di portarseli a casa in auto la sera che, già sospettato di essere la mente della rapina, fu fermato dai carabinieri. Mancherebbero all’appello altri circa 130mila euro che, secondo Casertano, Palermo e Lanari, il direttore avrebbe fatto sparire nel frattempo.

Oltre che di rapina aggravata in concorso, Lanari, Casertano e Palermo erano imputati anche di tentata estorsione, in quanto avrebbero minacciato di morte il direttore, accusandolo di essersi tenuto 130mila euro del bottino.

Ciocia, in realtà, avrebbe tenuto per sé soltanto la somma di 30mila euro, nascosta in un borsone, sequestrata sulla sua auto dai carabinieri quando ha tentato di portare il denaro fuori dall’ufficio, caricandolo in macchina, ma incappando in un posto di blocco organizzato ad hoc.

Gli organizzatori del colpo – ovvero Ciocia, Lanari, Casertano e Palermo – sono stati arrestati l’8 dicembre 2020. I tre esecutori materiali – ovvero il “bandito solitario” Carloni Modesti e i pali Gallo e Laezza – sono stati invece arrestati il 25 gennaio 2021. Carloni Modesti, per travestirsi da corriere e fare irruzione a mano armata nell’ufficio postale di viale Garibaldi, “facilitato” dal direttore, avrebbe accettato una “modesta” ricompensa di 500 euro.