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Via libera all’impianto fotovoltaico di Viterbo, avrà 10 ettari di estensione, 7,8 megawatt, 2,49kilwttora per abitante

VITERBO – Sempre più vicina la realizzazione dell’impianto fotovoltaico di Monterazzano a Viterbo. Prosegue l’iter del progetto di nuovo impianto fotovoltaico a terra in provincia di Viterbo. La zona interessata è quella Monterazzano, nel territorio del comune capoluogo, su una superficie di poco meno di 10 ettari.

Dopo il comune e la provincia di Viterbo, anche la conferenza dei servizi della regione Lazio ha dato parere favorevole alla realizzazione dell’impianto, che sarà realizzato dall’azienda Vpd Solar 7 ed erogherà una potenza di 7,8 megawatt di picco (cioè la potenza teorica massima producibile dal generatore).

Secondo i dati Terna pubblicati dal Sole 24 ore, la Tuscia è già ora la provincia italiana con la maggior potenza pro-capite di energia fotovoltaica installata sul territorio: 2,49 kilowatt per abitante. Questo nuovo impianto di Monterazzano, potrebbe incrementare ulteriormente il primato di Viterbo.

Quasi contestualmente al via libera per il parco fotovoltaico della Vpd Solar 7, è arrivata la pronuncia opposta per un altro progetto, molto più imponente, che interessa sempre la zona di Monterazzano: quello di un impianto agrivoltaico di 168 ettari e oltre 190mila pannelli, presentato dalla società E-Solar 7, che avrebbe dovuto generare una potenza di 125 megawatt di picco.

In quest’ultimo caso, la Valutazione d’impatto ambientale della regione Lazio ha generato un parere negativo, spiegando che “risulta necessario garantire una dislocazione equilibrata degli impianti Fer sul territorio regionale” e che “la distribuzione sui territori degli impianti Fer ad estesa occupazione territoriale risulta fortemente disomogenea tra le province, con percentuali di producibilità autorizzata, in sede regionale, che si attestano sui seguenti valori: Viterbo 78.08%, Latina 13,70%, Roma 6,58%, Frosinone 1,64%, Rieti 0”. Poche settimane prima anche il ministero della Cultura aveva richiesto delle modifiche al progetto, con una “riduzione dell’estensione territoriale delle opere”.